martedì 22 dicembre 2009
Il 20 gennaio partiranno i buoni vacanza
martedì 15 dicembre 2009
Un viaggio sotto l’albero
Secondo l'osservatorio Amadeus questi viaggi ben impacchettati, tematizzati, curati nei dettagli e pronti per l’uso stanno incontrando il favore del pubblico italiano. Sembra che le vendite dei cofanetti, da scartare sotto l'albero di Natale o in altre occasioni, registrino aumenti del 15% sul 2008, con un più 9% anche dei voucher.
L'acquisto si può effettuare direttamente on line, presso i centri commerciali, nelle librerie o nelle agenzie di viaggio. Ad esempio lo Smartbox è venduto anche in alcune filiali di Auchan, La Rinascente, Media World, Saturn, Trony, Unieuro, Conad Leclerc, da alcune Librerie Mondadori e Feltrinelli, dal TCI, da Buffetti e da diverse agenzie.
Il gruppo Smartbox, leader europeo di questo genere di vendita, ha sviluppato l’idea dei cofanetti tematici prima in Francia, successivamente in Belgio ed Olanda, per poi entrare anche in Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, Svizzera, Portogallo, Italia, Germania, Svezia e Danimarca. E’ anche presente negli Stati Uniti, Canada, Giappone e presto sarà in Brasile.
Nel 2007, il gruppo Smartbox ha distribuito sul mercato più di 2 milioni di cofanetti regalo.
Sempre in Francia nasce Regalbox dall'esperienza della più importante azienda francese di buoni regalo Lebonkado. L'innovazione di prodotto e dei canali di distribuzione viene successivamente ripresa da diversi operatori italiani e oggi anche da un TO abruzzese: Narramondo di Giulianova.
Il cofanetto regalo denominato “Abruzzo PresentOso” contiene un pacchetto weekend di 2 notti per 2 persone, valido tutto l’anno, a scelta tra 12 località abruzzesi, a ciascuna delle quali è associato un omaggio tipico abruzzese. Il prodotto è composto da 12 confezioni con schede tematiche collegate alle 12 destinazioni proposte.
venerdì 11 dicembre 2009
Primo successo della lobby dei balneatori
Lo afferma il membro italiano della decima Commissione Permanente dell'Industria, Commercio e Turismo.
martedì 1 dicembre 2009
Categoria a rischio estinzione: balneatori.
Realmente gli stabilimenti balneari non sono altro che una delle componenti di una delle tipologie del turismo, quella balneare tradizionale. Esistono tante altre forme di turismo a cominciare dallo sci invernale che tra breve inizierà la sua stagione. E’ pur vero però che senza di essi è difficile proporre e vendere il turismo mare.
Ma se la preoccupazione degli imprenditori della spiaggia è quella della “sopravvivenza del turismo” o dell’integrità ambientale o ancora dell’immagine possono da subito riconsegnare le concessioni in modo da consentire alle Amministrazioni pubbliche di procedere per tempo alle nuove assegnazioni in modo che per la prossima stagione estiva tutto sia pronto.
A prescindere dalla provocazione, la lobby dei balneatori è di nuovo sul piede di guerra paventando la chiusura di circa 13.000 imprese del settore (cfr. comunicato stampa FIB – ma quante sono?). Dopo le periodiche lotte per stabilire i canoni demaniali, oggi scendono in campo per recuperare il “diritto di insistenza” che è stato dichiarato incompatibile con la normativa europea (cfr. procedura di infrazione n. 2008/4908). Già oggi, il contrasto tra la normativa statale (rinnovi sessennali automatici) e l'ordinamento comunitario, comporta la disapplicazione della disciplina nazionale e impone l'obbligo di tale disapplicazione non solo ai giudici, ma anche a tutti gli organi dello Stato comprese le più diverse Autorità Amministrative.
L’allarme della chiusura di migliaia di imprese risulta pretestuoso poiché vige un altro principio di preferenza che non è stato impugnato e cioè, la tutela dell'ambiente costiero che secondo l'art. 37 del cod. nav., così come novellato dalla legge 494/1993, nel caso di nuove concessioni turistico-ricreative, occorre assegnare preferenza, alle richieste "che importino attrezzature non fisse e completamente amovibili". Di conseguenza, se in passato le assegnazioni sono avvenute nel rispetto della suddetta preferenza non c’è da preoccuparsi verranno ri-assegante agli stessi soggetti poiché solo in caso mancanza di ragioni di preferenza, il rilascio della concessione avviene a chi offre il canone annuo maggiore. E se poi, malauguratamente le concessioni non dovessero essere rinnovate agli stessi soggetti, saranno altre imprese ad ottenerle e quindi, a far si che le spiagge non rimangano “deserte” e che si rispetti la “ratio” della demanialità è cioè la conservazione dell’uso pubblico cui il bene è destinato.
Il diritto di insistenza consisteva nell’interesse dei concessionari, ad essere preferiti, alla scadenza della concessione, ad altri aspiranti nella scelta del nuovo concessionario. L’ordinamento giuridico italiano considerava la posizione di colui che già si trova in una determinata situazione e che, quindi, avrebbe potuto patire un nocumento dal venir meno della concessione.
La pretesa che però deve essere espressamente riconosciuta dalla legge o dall'autonomia contrattuale delle parti (cfr. Sez. V, 9 dicembre 2002, n. 6764; 27 ottobre 2000 n. 5743), non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra un limite nella discrezionalità dell'amministrazione (cfr. Sez. IV, 29 novembre 2000, n. 6321; Sez. IV, 1° ottobre 1993, n. 817).
In altre parole, se la normativa di assegnazione non la prevede espressamente il diritto non può essere fatto valere ovvero se la licitazione privata di assegnazione non considera il diritto in argomento, esso non è esercitatile.
Nel tempo e con la delega delle competenze, prima dallo Stato alle Regioni e poi ai Comuni, il diritto di insistenza previsto dall'art. 37 codice della navigazione è stato diversamente recepito nei vari ordinamenti.
Vivendo in una città di mare, è da bambino che frequento gli stabilimenti balneari ed ho avuto modo di conoscere i genitori ed i nonni di alcuni degli attuali “balneatori”, così come il praticantato e poi, l’esercizio, seppur breve, della professione di Dottore Commercialista mi ha consentito di conoscere le cosiddette “vendite” di alcune concessioni.
Grazie al rinnovo tacito o automatico, alla varie prelazioni, dal diritto di insistenza a quello di subentro, le concessioni vengono “confermate” quasi sempre agli stessi soggetti (cfr. Cons. Stato Sez. VI, 24-07-2009, n. 4675) che spesso si trasformano da ditte individuali diventano imprese familiari o coniugali ed a volte società di persone che naturalmente possono cedere le quote sociali pur restando lo stesso soggetto giuridico. Ed ancora più facilmente se l’iniziale concessione era stata acquisita da una società di capitale.
In queste “cessioni” poi, l’importo del reale avviamento commerciale non viene determinato dalla capacità dell’azienda di produrre reddito, bensì dalla estensione dell’arenile e dagli immobili esistenti che grazie al diritto di insistenza vengono considerati al pari dell’edilizia convenzionata (concessione novantanovennale del terreno).
In pratica, il diritto di insistenza consente di trasformare una concessione a termine, in una a tempo indeterminato, ultra-vitalizia.
Il comportamento, che può apparire fiscalmente elusivo, viene anche premiato con incentivi fiscali in caso di aggregazione.
Forse, la spiaggia è entrata nella disponibilità del privato diventando di fatto una vera e propria “proprietà privata” cessando quindi, la sua funzione di proprietà pubblica (i beni pubblici sono tutti quei beni appartenenti allo Stato o ad altri Enti pubblici e destinati alla soddisfazione di interessi pubblici).
Il concessionario, come il proprietario, può alienare il bene, cioè può realizzare il valore di scambio che esso ha attraverso una super valutazione dell’avviamento commerciale. Può darlo in locazione, insieme alle attrezzature mobili o immobili insistenti sull’area, maggiorando il canone dell’affitto aziendale. Può cederlo agli eredi con o senza testamento.
Come un qualsiasi altro proprietario di una cosa dovrebbe però rispettare i limiti che la legge stabilisce ed adempiere gli obblighi che la stessa gli impone.
Senza voler entrare nel merito della procedura di infrazione della Commissione Europea che apre le concessioni al libero mercato, la stessa Costituzione italiana (art. 42) stabilisce, non per i beni pubblici, ma per la proprietà privata, che essa deve essere riconosciuta e garantita dalla legge, la quale ne determina i modi di acquisto, di godimento, ma anche i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere limitata come la proprietà terriera può essere sottoposta a vincoli o ad obblighi al fine di stabilire degli equi rapporti sociali (art. 44 cost.).
La Costituzione considera anche la relazione che esiste tra i diritti del proprietario e gli interessi che i soggetti non proprietari possono legittimamente avere nei confronti dei medesimi beni.
Come per le concessioni la pretesa non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra dei limiti finalizzati al soddisfacimento di interessi pubblici. Anche il diritto di proprietà di un privato si arresta in ragione dell’adempimento di quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale che sono richiamati in termini generali dall’art. 2 e che l’art. 42 specifica.
La Carta impone al legislatore ordinario di realizzare un’attenta ponderazione tra l’interesse individuale e quello sociale in relazione alle caratteristiche dei beni (sentenza 252/83).
Se quanto premesso ha un minimo di validità, la soluzione al problema posto dai balneatori appare di una logica sorprendente anche se paradossale: come richiesto dai balneatori potrebbe adottarsi la disciplina dell’esproprio per pubblico interesse, prevista per la proprietà privata, e per il quale è atteso un equo indennizzo.
Una norma transitoria potrebbe prevedere che l’indennizzo sborsato dall’Amministrazione possa essere successivamente recuperata dal vincitore della licitazione privata che assegna una nuova concessione che, a questo punto, potrebbe anche essere ventennale.
Ma l’approccio alla tematica non può non tener conto del nuovo concetto di etica pubblica, nella convinzione che il fine di ogni soggetto pubblico, e di ogni agire privato, debba essere il rispetto e lo sviluppo del “bene comune”.
“L’interesse ‘privato’ di terzi può, certo, coesistere con l’interesse pubblico, ma non deve essere la finalità prevalente: può essere solo un ‘interesse legittimo’, ‘occasionalmente protetto”.
“Questo criterio generale dell’interesse pubblico, come interesse prevalente rispetto agli interessi privati che possono coincidere o confliggere con esso, vale anche – sia pure in misura minore – nei rapporti tra enti e privati, siano essi cittadini o imprese.
Il singolo legittimamente rappresenta e chiede la tutela di specifici interessi, personali, di gruppo; ma non deve farlo senza tener conto dell’interesse generale, non essendo lecito per nessuno considerare la pubblica istituzione come una ‘greppia’ sulla quale gettarsi senza ritegno”.
Rimborsi delle tasse universitarie per corsi e master
I percorsi formativi finanziati svolti in Italia riguaradano:
1) Corsi di specializzazione post universitari: organizzati da Università, da Istituzioni pubbliche e private, quest’ultime solo se accreditate per l’alta formazione;
2) Master di II° livello: corsi a carattere di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente, successivi al conseguimento della laurea vecchio ordinamento o specialistica, che rilasciano un titolo di studio accademico definito dal D.M. 270/2004;
3) Corsi di laurea i cui titoli di studio finali sono: laurea magistrale/specialistica, laurea vecchio ordinamento, titolo di studio legalmente equipollente;
4) Master di I° livello: corsi a carattere di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente, successivi al conseguimento della laurea triennale o di titoli di studio legalmente equipollenti o, equiparati come titoli accademici e definiti dal D.M. 270/2004;
5) Corsi di laurea i cui titoli di studio finali sono: laurea, titolo di studio legalmente equipollente.
Per i percorsi formativi svolti all’estero:
1) Master post laurea il cui titolo è stato riconosciuto idoneo in Italia;
2) Corsi di alta professionalizzazione organizzati da Università, Accademie, altre Istituzioni pubbliche e private di alta formazione il cui titolo è stato riconosciuto idoneo in Italia.
venerdì 27 novembre 2009
Il “Chaotics” arriva in Italla
E' stato presentato a Roma l'ultimo libro di Philip Kotler e John A. Caslione sul tema della gestione dei cambiamenti nel nuovo contesto economico “post crisi”.
Chaotics presenta le linee guida per ad aiutare imprese a:
- individuare le fonti di turbolenza;
- prepare preparare gli scenari;
- prevedere le vulnerabilità e le opportunità;
- sviluppare risposte per garantire la resistenza a lungo termine e il successo;
- evitare il rischio e contemporaneamente promuovere gli interessi sociali;
- costruire la flessibilità in bilancio;
- approntare strategie di princing;
- modificare i prodotti per soddisfare i nuovi valori dei clienti.
giovedì 26 novembre 2009
Novità sul comprensorio turistico della Maielletta
Ieri i Presidenti delle Province di Chieti e di Pescara si sono riuniti, in un tavolo di confronto sul bacino sciistico della Majelletta, con i sindaci di Pretoro, Rapino, Roccamontepiano, Serramonacesca, Roccamorice e Lettomanoppello.
L’iniziativa, alla quale si auspica ampio successo, tende ad organizzare l’offerta di un prodotto che, guarda caso, non viene neanche citato nel “Piano di marketing Turistico provinciale Triennale 2008-2010” della Provincia di Pescara.
Come ben sanno i “ragazzi” che seguono questo blog, prima di cercare di “vendere” una destinazione o un prodotto turistico occorre crearlo, confezionarlo scegliendo una politica di princing e, in questo caso, inserirlo sotto il brand “Abruzzo”, realizzare la rete di vendita, dopo aver studiato i mercati ed i target, per poi, iniziare le azioni promozionali istituzionali.
Spesso gli Enti Locali, pur realizzando voluminosi “piani”, si dedicano solo all’ultima fase intraprendendo onerose azioni promozionali, come la partecipazione a fiere estere o campagne pubblicitarie frequentemente sul proprio territorio, che puntano solo a comunicare le risorse culturali ed ambientali non si sa bene a chi.
E il più delle volte trascurano i servizi pubblici elementari per l’accoglienza (parcheggi, bagni, ecc.) e la rete di relazioni-informazioni che reggono una destinazione turistica.
L’iniziativa in argomento si pone invece in una sequenza corretta. Il comprensorio sciistico che ha una unica identità e vocazione, pur essendo di una estensione limitata, abbraccia territori amministrati dalle due Province e da alcuni Comuni. Difficoltà amministrative e localismi hanno sempre frenato la nascita di un sistema turistico con uno skipass unico e un centro di prenotazione.
La speranza è che il tavolo prosegua i lavori e venga frequentato dagli operatori turistici e non.
martedì 24 novembre 2009
Come quantificare il turismo religioso e culturale in Abruzzo?
Se si prova a paragonare i dati pubblicati con le rilevazioni periodiche dell’ISTAT sui turisti italiani, si notano alcune differenze che potrebbero attribuirsi alla media ed al segmento nazionale.
Resta però il fatto che il 10,5% dei connazionali ha effettuato un viaggio per motivi culturali (visita a città o località d’arte) ed in particolare, quelli con motivazioni religiose hanno avuto una permanenza media di soli 2 giorni.
Di conseguenza, il fenomeno italiano sembra diverso da quello abruzzese non solo per la valutazione dei pellegrini che non pernottano (escursionisti), ma soprattutto quando si tenta di stimare il turismo religioso insieme a quello culturale.
Le percentuali rilevate dall'Associazione "Culto e Cultura" possono essere anche credibili; sono le modalità di elaborazione che però sembrano poco attendibili.
In primis ci si è basati su, non meglio precisate “statistiche ufficiali dell’Aptr”. E’ vero che la rete degli Uffici IAT gestiti dall’Aptr ricevono i mod. C/59 delle strutture ricettive, ma la validazione dei dati raccolti è competenza delle Regioni (SISTAN) e dell’ISTAT. Di conseguenza, sarebbe stato meglio prendere i dati “veramente” ufficiali, senza nulla voler togliere a quelli pubblicizzati dalle Aziende di Promozione Turistica, che a volte possono soffrire di interferenze politiche.
Inoltre, è molto difficile individuare le motivazioni principali di soggiorno basandosi solo sui flussi registrati dall’offerta (mod. C/59). Occorrerebbe almeno una indagine sulle strutture ricettive che determinasse le quote delle diverse ragioni di visita, ma sembra che questo non sia stato fatto.
Ancora più problematico è identificare la tipologia turistica delle diverse località e cioè, riuscire a stabilire per un comune la quota di turismo balneare rispetto a quella del turismo d’affari o ancora, quello natura rispetto a quello culturale ecc.. Invero, l’Istituto Nazionale di Statistica ha stabilito delle modalità di classifica delle località che sono: città di interesse storico e artistico, località montane, lacuali, marine, termali, collinari, religiose, capoluoghi non altrimenti classificati, comuni non altrimenti classificati. Ma per l’Abruzzo, non ha individuato alcuna “Città di interesse storico e artistico”.
Da tempo l’ISTAT con il CISIS cercano di modificare questa vecchia e poco attendibile modalità di classificazione che individua solo la tipologia prevalente non riuscendo a trovare un accordo. Sono stati fatti diversi tentativi e ci si è arenati su una caratterizzazione massima di tre tipologie per località con l’assegnazione di pesi per ognuna (ad esempio, Pescara potrebbe essere classificata con 40% di turismo d’affari e congressuale, 40% balneare e 20% culturale religioso).
Tentativi del genere spesso però risultano velleitari se non supportati da una indagine campionaria o da apposite richieste inserite nel censimento.
L’ultima indagine dell’Osservatorio Turistico Regionale (cfr. pag. 91 e seg. del Rapporto Annuale sul Turismo in Abruzzo – 2003) condotta attraverso 2000 interviste dirette e telefoniche agli italiani nel periodo maggio – settembre del 2003, evidenziava che, la principale motivazione di vacanza per gli italiani che intendevano recarsi in Abruzzo, era quella balneare (26%) seguita da quella invernale con lo scii in primo piano (22%) e da quella naturalistica (18%).
Il turismo religioso non raggiungeva il punto percentuale, mentre quello culturale si attestava al 3%, mentre la percezione dell’Abruzzo come meta culturale veniva segnalata “con maggiore frequenza (oltre il 10%) da chi non ha mai soggiornato in regione, mentre debole appare l’associazione con una possibile motivazione religiosa alla base del viaggio”.
Pur apprezzando il tentativo, si consiglia la realizzazione di indagini campionarie sulla domanda presente in Abruzzo, ripetendola nelle diverse stagioni, per quantificare il fenomeno con un minimo di attendibilità.
giovedì 19 novembre 2009
A gennaio del 2010 il vero sito Italia.it
venerdì 13 novembre 2009
Aiutiamo la ripresa con le nuove campagne di comunicazione
Senza budget adeguati è difficile proporre campagne pubblicitarie all’estero per aumentare i flussi stranieri e migliorare la bilancia dei pagamenti.
E allora, un accordo con il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio e nasce “Il sorriso dell’accoglienza” la nuova campagna promozionale dell’ospitalità italiana; un accordo con la RAI, e si realizza “Magica Italia, Turismo e Turisti”, una trasmissione in onda su Rai 1 ogni domenica alle 9,30.
La prima iniziativa è un azione di marketing interno con l’obiettivo che “ognuno diventi più consapevole del proprio ruolo 'di rappresentante del territorio'
In effetti dall’indagine “un primo bilancio sulla stagione turistica estiva nelle località leader del turismo italiano” di Unioncamere, gli operatori individuano due fattori che influiranno maggiormente sui flussi turistici: la crisi economica (indicata dal 66% delle strutture) e i disservizi turistici (disagi legati alla mobilità, ai ritardi e disservizi del sistema infrastrutturale, alla carenza di informazioni, assistenza ai turisti, ecc.) quest’ultima particolarmente sentita dagli operatori del Nord Ovest (55%) e del Mezzogiorno (54%).
Di conseguenza, non potendo intervenire sulla prima causa, si prova a correggere la seconda, ma è difficile che con una semplice campagna di sensibilizzazione si possano risolvere i problemi infrastrutturali del Paese ed ottimizzare i servizi al turista.
La seconda azione proposta dal Ministero ha l’obiettivo di “mettere in evidenza le eccellenze turistiche che oggi sono poco conosciute anche dagli stessi italiani” con una trasmissione televisiva che diventa un duplicato di una miriade di altri programmi a cominciare da “Linea blu” a “Turisti per caso” a“Viaggiare” a “Geo & Geo” e poi ci sono i canali dedicati come “MARCOPOLO” o “DISCOVERY TRAVEL & ADVENTURE” o “RAISAT GAMBERO ROSSO” o “NATGEO Adventure”.
martedì 10 novembre 2009
Pubblicato il n. 1-2 di Turistica
L’articolo, al quale ho collaborato, costruisce il fatturato turistico dell’Abruzzo e il Pil del turismo abruzzese del 2008 per poi, quantificare complessivamente il danno subito, non solo sotto l’aspetto fisico, ma anche di immagine, ed infine, azzarda una prima stima.
sabato 7 novembre 2009
Il Country Brand Index 2009
Al primo si classificano gli Stati Uniti che risalgono due posizioni, seguite dal Canada e dall’Australia, rispettivamente al secondo e terzo posto.
L’indagine che analizza diversi parametri, vede l’Italia superata dalla Francia e dalla Nuova Zelanda perdendo consensi in campi nei quali solitamente eccelle come la cucina (dove viene oltrepassata dalla Francia, scendendo al secondo posto) e la storia (al 5° posto, contro il 2° dell'anno scorso), mentre tiene l'offerta di arte e cultura nella quale siamo ancora primi.
«Il clima turbolento che ha caratterizzato quest'ultimo anno – commenta Susanna Bellandi, amministratore delegato di FutureBrand – non ha certo giovato: gli scandali, i rifiuti, i gossip hanno lasciato il segno. L'impressione è che il paese soffra soprattutto di una stagnazione del pensiero, che investe quasi tutti i settori. È come se vivesse sugli allori del passato, senza mai pensare a rinnovarsi veramente, mentre il resto del mondo viaggia a ben altre velocità. Abbiamo ormai tanti competitor, dobbiamo quindi tornare a pensare e agire per diventare primi».
Il turismo internazionale mostra segnali di ripresa
Secondo le stime del UNWTO, gli arrivi turistici internazionali sono diminuiti del 7% tra gennaio e agosto 2009, ma negli ultimi mesi il turismo internazionale ha ricominciato a risalire (nel mondo, le destinazioni hanno registrato 600 milioni di arrivi, sui 643 milioni dello stesso periodo del 2008).
Nei primi otto mesi del 2009, i risultati mostrano che gli arrivi turistici internazionali diminuiscono in tutte le regioni, tranne l'Africa, che è in controtendenza.
In Europa il calo stimato è del -8%. Le destinazioni dell'Europa centrale e orientale sono state quelle più colpite, mentre i risultati di tutte le altre sub-regioni sono stati vicino alla media internazionale.
L’ultimo sondaggio rivela, che per i prossimi quattro mesi, le previsioni degli esperti sono per il 42% pessimistiche, per il 30%, sono rimaste invariate, e per il 28% sono "meglio" o "molto meglio". Nel precedente sondaggio i pessimisti erano il 62%.
Come nelle crisi precedenti, le entrate del turismo hanno sofferto un po’ più degli arrivi. I consumatori tendono a comprare meno, a rimanere vicino a casa ed a ridurre il periodo di permanenza. Secondo le stime, le entrate del turismo internazionale sarebbero diminuite in termini reali, dal 9 al 10% nel primo semestre del 2009, circa 1 o 2 punti percentuali in meno rispetto alla arrivi internazionali in questo periodo (-8%).
giovedì 5 novembre 2009
Il canone RAI per i Bed e Breakfast
- il primo, riguarda l’assogettabilità dei B&B al pagamento del canone RAI speciale;
- il secondo, concerne la possibilità di non pagare il canone ordinario o speciale che sia, se l’immobile è privo di antenna per ricevere il segnale radiovisivo o l’apparecchio è talmente obsoleto che non viene più utilizzato.
Il tributo è nominale, è cioè l’obbligo è attribuito al detentore dell’apparato e ne sono soggetti anche gli stranieri compresi i turisti.
“Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento”.
Anche se l’Agenzia delle Entrate le definisce tasse sulle radiodiffusioni , la sua qualificazione giuridica è stata sancita definitivamente dalla Corte costituzionale, nella sentenza del 26 giugno 2002, n. 284, con la quale riconobbe che, "benché all’origine apparisse configurato come corrispettivo dovuto dagli utenti del servizio [...] ha da tempo assunto, nella legislazione, natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge [...] E se in un primo tempo sembrava prevalere la configurazione del canone come "tassa", collegata alla fruizione del servizio, in seguito lo si è piuttosto riconosciuto come imposta".
Inoltre, le entrate derivanti dall’imposta sono riscosse dallo Stato anche se sono direttamente devolute alla RAI - Radiotelevisione Italiana S.p.A., una società (in precedenza Ente) di proprietà pubblica. Di conseguenza, la Struttura competente a dirimere la questione è l’Agenzia delle Entrate che può essere formalmente interessata mediante l’istituto dell’interpello.
Quando vi sono "obiettive condizioni di incertezza" nella normativa, il contribuente può rivolgere un quesito all'amministrazione finanziaria, che è tenuta a rispondere entro 120 giorni altrimenti si applica la regola del "silenzio-assenso".
E’ pur vero però che, interpellata sulla tipologia di apparecchi che rientrano nella previsione normativa, l'Agenzia delle Entrate ha risposto che la determinazione degli oggetti interessati dalla norma "esula dalla competenza istituzionale" della medesima, spettando invece al Ministero delle Comunicazioni.
Si crede comunque che la dichiarazione abbia motivazioni in ordine alle conoscenze tecniche e non sulla competenza normativa.
Nel porre l’interpello, circa il pagamento del canone RAI speciale e non di quello ordinario da parte dei titolari di B&B, si consiglia di far leva sul carattere familiare dell’attività sancito negli articoli nn. 1 e 2 della L.R. n. 78/00.
Infatti, il canone: per uso ordinario, è dovuto da chi possiede o detiene apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in ambito familiare, mentre quello speciale, è dovuto da chi possiede o detiene uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive in locali aperti al pubblico o comunque al di fuori dall'ambito familiare (D.L. Lt. 21/12/1944 n. 458).
Si potrebbe proporre la similitudine del turista ospitato con un parente in visita che usufruisce dello stesso apparecchio.
Poiché l’attività di B&B è svolta in ambito familiare, “avvalendosi della normale organizzazione familiare”, dovrebbe applicarsi il canone ordinario, ma sovviene però la circostanza dell’impiego a scopo di lucro diretto o indiretto.
La normativa sulla seconda tipologia di abbonamento (quella speciale) riguarda gli apparecchi usati nell'esercizio di un'attività commerciale e/o a scopo di lucro diretto o indiretto (abbonamento speciale, deducibile dal reddito d'impresa), che prevede diverse tabelle di costi e modalità di applicazione.
Se sicuramente può essere esclusa, per i B&B, l’applicazione della tariffa speciale quando ci si riferisce all’esercizio di una attività commerciale, altrettanto non può dirsi quando la congiunzione “o”, tendendo ad indicare “oppure” barrata con la “e”, stabilisce una nuova casistica e cioè quella di utilizzo dell’apparecchio “a scopo di lucro diretto o indiretto”.
Contrariamente ad una attività commerciale, l’esercizio di un B&B prevede una attività saltuaria di alloggio e prima colazione ed è, per definizione, una attività occasionale, non esercitabile come professione abituale, che viene svolta avvalendosi esclusivamente della normale organizzazione familiare (art 2, secondo comma L.R. 78/00).
Non si può negare però che, la televisione in camera o ubicata in una apposita stanza, se regolarmente funzionante, crei un valore aggiuntivo al soggiorno e quindi, sia in grado di realizzare un lucro diretto: una tariffa più elevata; ovvero indiretto se, ad esempio, ne viene solo comunicata l’esistenza a fini promozionali.
Di conseguenza, nel formulare l’interpello occorrerà soprattutto fornire una adeguata motivazione circa l’inesistenza di questo cosiddetto lucro diretto o indiretto e ci si potrà battere, con più successo, per l’apparecchio ubicato in stanze comuni alla famiglia ed ai turisti, rispetto a quelli sistemati nella singola camera autorizzata per l’ospitalità.
Dovrebbe però essere acquisito, che qualora vada applicato il canone speciale, esso concorra alla formazione del reddito e quindi, essere fiscalmente deducibile per intero poiché vincolato al singolo apparecchio.
In caso di possesso di un unico apparecchio, la tariffa da applicare sembra sia la E) che riguarda le “strutture ricettive (intese come Alberghi, Motels, Villaggi-albergo, Residenze turistico-alberghiere, ecc. - DPCM 13/09/2002) di cui alle lettere A), B), C) e D) con un numero di televisori non superiore ad uno; circoli ; associazioni; sedi di partiti politici; istituti religiosi; studi professionali; botteghe; negozi e assimilati; mense aziendali; scuole, istituti scolastici non esenti dal canone ai sensi della legge 2 dicembre 1951, n 1571, come modificata dalla legge del 28 dicembre 1989, n. 421”.
Buone le premesse per la stagione invernale
venerdì 30 ottobre 2009
Al 7% l'IVA tedesca sui servizi alberghieri
sabato 12 settembre 2009
Le AdV possono avere propri autobus
martedì 8 settembre 2009
Una ricetta contro la crisi: cambiare target!
venerdì 14 agosto 2009
Avviato il riordino dell’APTR abruzzese (2° parte)
Se si inizia spulciando i documenti ufficiali, all’insediamento della Giunta regionale, nella seduta Consiliare del 27 gennaio 2009, è stato presentato il programma di governo che nelle schede obiettivo (intervento n. 6) prevede la “revisione della L.R. 54/97, modificando la A.P.T.R. in struttura societaria, con partecipazione al capitale delle associazioni di categoria”.
Nel discorso di insediamento del Presidente, si rileva un’altra intenzione quella di “affidare il controllo dei bilanci di tutti gli Enti strumentali della Regione comprese le ASL, verrà uniformato ed affidato alla struttura di supporto speciale di controllo e non più alle singole Direzioni Tecniche di riferimento".
L’organo esecutivo, già all’atto dell’insediamento, rileva la necessità di ritoccare la legge di organizzazione e individua espressamente l’esigenza di modificare la veste giuridica dell’Azienda di promozione indicando anche la tipologia societaria e la composizione sociale. Purtroppo non motiva queste scelte che si possono solo presumere nella volontà di favorire una maggiore partecipazione dei privati alla gestione dell’APTR e nell’assoggettarlo ad una forma di controllo standardizzato per tutti gli Enti regionali.
Dopo pochi mesi, l’organo legislativo approva la L. r. n. 4/09 recante i “Principi generali in materia di riordino degli Enti regionali” che all’art. 3 classifica le possibili “modalità organizzative”, in:
a) agenzia regionale, quando l’oggetto consiste nello svolgimento di attività specifiche di interesse pubblico;
b) azienda regionale, anche consortile quando l’oggetto consiste nella produzione e gestione di beni e servizi rivolti al consumo collettivo e destinati al soddisfacimento di finalità pubbliche. Le aziende hanno natura di ente pubblico economico;
c) istituto regionale, quando le funzioni e le attività attribuite sono caratterizzate prevalentemente da contenuti di alta specializzazione tecnico-scientifica ed orientate alla ricerca ed alla sperimentazione;
d) costituzione e partecipazione a società, per lo svolgimento dei servizi pubblici aventi rilevanza economica.
Combinando le due volontà, l’APTR, da Azienda regionale dovrebbe diventare Agenzia regionale anche prescindendo dall’oggetto, poiché secondo la norma le aziende dovrebbero avere natura di ente pubblico economico e quindi, non di società di capitali.
A dire il vero l’APTR potrebbe anche rientrare nella lettera d) e quindi, si potrebbe semplicemente costituire una società (controllata o partecipata) nella quale la Regione conferisce l’”azienda” APTR (cespiti, personale, organizzazione, ecc.) e le Associazioni di categoria altri beni o denaro.
Nel primo caso, sono confermati quali organi sociali il Direttore e il Collegio Sindacale (art. 4) e, in entrambi i casi, dovrebbero crescere i controlli che vengono esercitati, per valutare gli effetti delle politiche e per verificare il raggiungimento dei risultati previsti, dal Consiglio regionale attraverso la Commissione consiliare competente, inoltre viene introdotto il controllo di gestione (art. 7 e 8).
Molto interessante potrebbe essere la combinazione della società partecipata con un capitale minoritario da parte dell’Ente pubblico e con l’ingresso non solo delle Associazioni di categoria, ma anche di singoli privati in modo da realizzare una sorta di Maison de la France nella quale gli investimenti annuali per la promozione turistica sono soprattutto privati. E’ una fattispecie che, in una congiuntura sfavorevole per la Regione il cui bilancio è assorbito dai problemi derivanti dal settore sanitario, potrebbe rilevarsi vincente. Forse però gli operatori privati abruzzesi non sono ancora maturi al punto da capire che occorre investire nella comunicazione della destinazione prima che in quella del singolo esercizio.
Un inconveniente potrebbe essere l’art. 13 della legge 4 agosto 2006 n. 248 che non consente alle società, con presenza di soggetti pubblici, di operare sul mercato poiché si ritiene che sarebbero in grado di alterare la concorrenza tra le imprese (sentenze TAR Lombardia, Milano, Sez. I, 31 gennaio 2007 n. 140 e TAR Lazio, Sez. I ter, 20 febbraio 2007 n. 1486). La norma non consentirebbe di svolgere attività commerciali come, ad esempio, la gestione di un centro prenotazioni o la vendita delle guide turistiche, anche se, a dire il vero, esistono casi abruzzesi, che non impugnati, sopravvivono (cfr. la Ferrovia Adriatico Sangritana con l’Agenzia “Sangritana Viaggi & Vacanze).
Ipotizzata la natura e definiti i controlli, l’art. 3 aiuta a stabilire una questione ancora più importante e cioè la stessa esistenza in vita dell’APTR poiché recita: “i servizi pubblici, aventi per oggetto la produzione di beni e l’esercizio di attività volte a realizzare fini sociali ed a promuovere lo sviluppo economico e civile della comunità regionale, sono erogati” dagli Enti regionali “nei soli casi in cui tali servizi non possono essere gestiti in maniera efficace ed economicamente conveniente dagli enti locali, ovvero la cui gestione diretta da parte dell’Amministrazione regionale, o mediante l’affidamento a terzi, con le modalità stabilite dalla vigente legislazione in materia di appalti, non risulti efficiente sotto il profilo dei risultati”.
Questo appare un disposto sconvolgente rispetto alla concezione passata ed alla situazione attuale. In effetti, l’articolato pone due condizioni fondamentali all’esistenza in vita di questi organismi.
Il primo vincolo riguarda la verifica della sussistenza di una impossibilità di una gestione da parte degli enti locali. Il secondo, di una inefficienza nella gestione diretta da parte della Regione stessa.
A questo punto si pone il problema di valutate questi presupposti; che si cercherà di affrontare in un prossimo post.
Il co-marchio del progetto Italia, Francia e Spagna
martedì 11 agosto 2009
Avviato il riordino dell’APTR abruzzese
Non conoscendo le premesse - non pubblicate, restando al tenore letterale e divagando un po’, si cerca di approfondirne il significato della delega. Dal dispositivo sembrerebbe che la riforma sia stata già realizzata e che al Commissario spetti solo il compito di “armonizzarla” con la normativa nazionale in essere, come avviene nella giurisprudenza europea per i Paesi membri da cui il termine “armonizzare” dovrebbe essere stato mutuato, ma poi si precisa che la messa in armonia deve essere con una specifica legge regionale che “spiazza” il ragionamento. Anche perché se la legge di riorganizzazione fosse già stata pubblicata si dovevano nominare i nuovi organi dell’APTR e non il Commissario.
Forse si tratta di emanare un regolamento di attuazione avendo le Regioni potestà esclusiva in materia di turismo. Che per il momento, sembra la cosa più probabile, ma in questo caso il soggetto delegato appare incompetente. Il Commissario, anche considerato nella sua duplice veste, non può emanare provvedimenti regolamentari.
Soccorre parzialmente il primo punto del dispositivo quando decreta il commissariamento “nelle more dell’approvazione dell’apposita legge di riordino”; ma allora quali sono i compiti del Commissario se la riforma non c’è? Come fa ad “armonizzare”, inteso come “mettere d’accordo”, “equilibrare”, “fondere” una legge con un’altra se non gode del potere legislativo? E poi, già si prevede che i due dettati legislativi debbano essere in per forza contrasto?
Molto probabilmente si voleva realizzare una delega da parte degli organi politico-legislativi a quelli amministrativi della fase ricognitiva delle attese degli stakeholder del turismo abruzzese, ma anche dei dipendenti dell’Azienda (delle lobby in senso anglosassone) per poi redigere ed approvare la disciplina della riforma, e quindi, consentire l’armonizzazione dei regolamenti interni dell’APTR alla nuova legge. Solo in questo caso si può comprendere l’uso del termine in questione.
La propensione ad adottare una soluzione privatistica, che solo in futuro potrà essere valutata correttamente, probabilmente è dovuta anche:
- al “pasticcio” legislativo realizzato dalla L. r. n. 19 del 12.07.07 che, con l’intento di eliminare il CdA, sostituisce l’art. 13 della L. r. 54/1997 “Organi dell’APTR” dimenticando che un Direttore generale era già previsto e normato nel quarto comma dell’art. 12, all’art 15 e 17;
- e all’intempestivo avviso per l'acquisizione del Direttore dell'APTR dell’ottobre 2008 che lascia anche dubbi di legittimità.
Tralasciando le possibili, ma inutili polemiche sull’opportunità di nominare prima un Commissario che re-ingenierizzi un Ente alla maniera aziendalistica o predisporre prima la nuova normativa e poi affidarne la realizzazione ad un Direttore regionale, si saluta comunque positivamente la riconosciuta percezione di inefficienza del sistema con la volontà di regolare, in maniera differente da quella attuale, l’organizzazione turistica regionale.
I policy maker, che avevano gestito la precedente riforma, che ha visto la nascita dell’APT unica regionale concentrando gli EE.PP.T. e quasi tutte le AA.S.T. (è rimasta ancora in piedi quella di Pescara), avevano scelto la seconda soluzione, giuridicamente più corretta ma non per questo per forza più efficiente. Si osservi, ad esempio, il tempo trascorso dalla deliberazione della G.R. di proposta di legge alla sua approvazione in Consiglio, oppure il disinteresse per il sesto e settimo comma della stessa L. r. n. 54/97 circa le convenzioni per la gestione degli Uffici IAT e per la successiva L. r. n. 11/99 che, dal combinato disposto dell’art. 40 e 41, attribuisce alle Province competenze in materia di informazione e accoglienza turistica riservando in capo alla Regione solo gli IAT a “carattere strategico”, meglio individuati poi, negli strumenti programmatici regionali. O ancora, la mancata applicazione del quarto comma dell’art. 12 che già nel 1997 indicava tre linee di prodotto regionali e, per ognuna, prevedeva un responsabile. Ne è testimone l’ultimo Programma Triennale 2006-2008 che tornava a disporre l’inserimento di responsabili di prodotto (o product manager – capitolo 6.1).
A questo punto però, dopo aver “giocato” sul termine “armonizzare”, viene spontaneo il porsi un quesito su come sarà la riforma e su quali saranno i “consigli” del Commissario.
In un prossimo post, si raccoglierà la sfida cercando di fornire una plausibile risposta.
martedì 4 agosto 2009
Stabile il flusso turistico estivo
La previsione per l’Abruzzo è migliore rispetto a quella effettuata dall’istituto DINAMICHE di cui si è accennato nel post del 17.07.09. E’ attesa una quota di turisti italiani del 2,5% rispetto alla precedente previsione dell’1,5%.
In termini assoluti però gli arrivi dovrebbero essere 457.000 con una diminuzione, rispetto al 2008, di circa 289.000 persone pari ad un calo del 39%.
venerdì 17 luglio 2009
Finalmente on line Italia.it
Da oggi, anzi da ieri pomeriggio, il tanto atteso sito nazionale dedicato al turismo è in rete anche se in versione demo.
Speriamo bene per quella definitiva con i ns. migliori auguri e con la preghiera di accantonare il nuovo marchio banale, senza "emozioni" e dai tratti funerei (cfr. su fondo bianco) e ripescare il vecchio, ma sempre buono e che per fortuna, l'ENIT continua ad utilizzare.
Un avvertimento. Le Regioni, che hanno competenza esclusiva in materia di turismo, in passato non hanno richiesto i danni al Governo per il primo fallimento del sito e per il "cetriolo". Chissà come si comporterebbero in caso di una ripetizione. E poi, ci sono gli operatori e i singoli turisti.
La vicenda minuto per minuto con alcuni commenti.
Finalmente si sa qualcosa anche sulla distribuzione e sulla tiratura della rivista "Magic Italy" e viene spontanea una riflessione sull'esiguo numero di copie (solo 150.000).
Più italiani in vacanza, ma con meno soldi. E in Abruzzo per fortuna c’è Bertolaso.
L’indagine rileva anche che solo l’1,5% dei vacanzieri italiani sceglierà l’Abruzzo, quando la stessa indagine del 2008 segnalava una quota del 4%.
Con lo sciame sismico che continua, l’effetto terremoto si ripercuote pesantemente su tutta la regione e determina la previsione di un calo del flusso turistico italiano diretto in Abruzzo di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo dello scoro anno (esattamente del 62,5%).
Come sembra abbiano fatto i T.O. stranieri, anche il turista italiano ha evitato la regione preferendo soprattutto le coste limitrofe delle Marche e delle Puglie. Le previsioni per le prime sono di una crescita di circa il 191% per uno share del 4,4%, quelle per la Puglia del 125% per una quota nazionale del 10%.
Le estrapolazioni effettuate, anche se su un campione numericamente modesto, sono senz’altro indicative di una tendenza che già si percepisce sul “campo”.
Nel disastro del sisma e della sua percezione che si estende a tutto il territorio abruzzese, il sistema ricettivo riesce a recuperare grazie alla Protezione Civile che, nel mese di luglio, ricovera in 486 alberghi abruzzesi (n. 45 - AQ, n. 127 - CH, n. 63 - PE, n. 251 - TE) n. 19.280 sfollati determinando circa 580.000 presenze con una spesa (fatturato) che si aggira intorno ai 28 milioni di euro.
Astenendosi da dissertazioni etiche, qualcuno ha pensato bene di puntare su questo business della “calamità” attuando iniziative di marketing nei confronti dei terremotati (cfr. pubblicità sulle pagine de “Il Centro” di luglio).
giovedì 16 luglio 2009
Il Ministro mantiene la promessa?
E’ stato annunciato che oggi era on line in versione beta ed è stato chiesto ai navigatori “che amano l’Italia” di partecipare alla sua implementazione, ma se provate a digitare http://www.italia.it/ si richiede una password non distribuita, di conseguenza non è ancora visibile la pubblico.
Si spera che presto sia veramente in rete e che quindi, si mantenga realmente la promessa e poi, in conclusione della presentazione è stato riproposto il pesante “documentario” sull’Italia che dovrebbe essere uno spot di promossone turistica?
Questa volta è stato migliorato con le didascalie, ma risulta sempre girato nel deserto o, se si vuole, “the day after”. Continua a rappresentare una visione non antropizzata e vissuta dei luoghi. Una realtà surreale che con l’intento di “emozionare” dimentica i prodotti turistici fatti di rapporti umani e di persone.
Sembrano meglio gli spezzoni dei “tour virtuali” presentati, resta però il fatto che il cosiddetto portale è un semplice sito vetrina, anche se istituzionale e con qualche link, ma sembra non prevedere spazi per la partecipazione diretta delle Regioni, degli Enti Locali e degli operatori turistici.
Una curiosità, che è poi la “cartina al tornasole”, sarà quella di verificare se i prezzi delle strutture ricettive, riportati sul sito, saranno quelli ufficiali o quelli realmente praticati.
Web Marketing di un brand: sito e presenza aziendale on-line di Mulino Bianco
martedì 14 luglio 2009
Sul Web i Giochi del Mediterraneo battono il G8
Questa volta si è voluto verificare l’effetto sul Web degli ultimi due eventi positivi realizzati in Abruzzo. Si sono inseriti i termini: Pescara e L’Aquila, perché “Giochi Pescara” o “Pescara Mediterraneo” confrontati con “L’Aqulia G8” non rilevava affatto quest’ultimo termine impedendo la comparazione. Sono stati considerati gli ultimi 30 giorni, per l’area geografica: il mondo, e per la categoria: “tutte”.
Il risultato è sorprendente, per Pescara si nota un buon incremento, mentre per L’Aquila la curva si solleva appena.
Le provenienze estere delle ricerche evidenziano l’area mediterranea con in testa la Tunisia.
Anche confrontando solo le “news” i Giochi sovrastano il G8 e la popolarità de L’Aquila si arresta al 7 luglio.
Confrontando invece, il termine "Abruzzo" con "L’Aquila" negli ultimi dodici mesi si nota anche che l’effetto terremoto influisce più sull’andamento della popolarità della regione che non della città o provincia. Il sisma quindi, viene percepito su tutta l'area regionale.
mercoledì 8 luglio 2009
Nuovo logo per Roma capitale
La Spagna si mobilita per la riduzione dell'Iva
Uno studio effettuato dalla Commissione Europea, nel luglio del 2005, aveva comparato le percentuali dell’aliquota dell’Imposta (comunitaria) sul Valore Aggiunto, che veniva applicata nel settore degli alberghi e della ristorazione, all’interno del mercato europeo.
Molti Paesi membri prevedevano per il settore alberghiero e per quello della ristorazione una differente imposizione fiscale indiretta.
Dai dati rilevati emergeva che, il Paese con il prelievo fiscale più contenuto, era il Lussemburgo, con un’aliquota Iva (uguale per la ricettività e per la ristorazione) fissa al 3% e quello con l’imposizione più pesante risultava il Regno Unito con un’aliquota del 17,5%.
All’interno del range, l’Italia con il 10% per gli hotel e la ristorazione, insieme all’Austria, però con punte del 20% per le prestazioni rese in pubblici esercizi di categoria lusso e per gli stabilimenti balneari.
Un’imposizione più elevata, si registrava solo per l’Irlanda (13,5%) e per la Svezia (12% per la ricettività e 25% per la ristorazione), mentre il resto dei Paesi membri applicava aliquote più contenute: la Grecia con l’aliquota del 9%, la Slovenia dell’8,5%, la Spagna del 7% e i Paesi Bassi al 6%. Altri Paesi applicavano aliquote differenziate come il Belgio che a fronte di un’aliquota ridotta del 6% per gli alberghi applicava l’aliquota del 21% per i ristoranti, la Francia che prevedeva una aliquota Iva pari al 5,5% per il comparto alberghiero e 19,6% per quello della ristorazione; il Portogallo che posizionava la misura dell’imposta al 5% per la ricettività e al 12% per la ristorazione.
Quest’anno, per cercare di mitigare gli effetti della crisi economica, il Presidente francese armonizza le aliquote abbassando l’Iva alla ristorazione dal 19,6% al 5,5% e in Spagna, dove l’aliquota è già inferiore alla nostra (7%), si chiede l’estensione al settore della commercializzazione dei prodotti turistici.
La Francia è riuscita a superare i pareri negativi della Comunità Europea e stima che l’iniziativa produrrà ventimila nuovi posti di lavoro e ventimila contratti per apprendisti entro tre anni.
Mentre in Italia ancora si discute su una eventuale riduzione di aliquota ed equiparazione per le prestazioni degli stabilimenti balneari, i nostri diretti competitori già godono di aliquote inferiori che permettono politiche di pricing consentite dall’imposizione fiscale.
Bisogna però riconoscere che un primo passo è stato fatto per il turismo d’affari che può detrarre l’imposta per le prestazioni alberghiere e le somministrazioni di alimenti e bevande (Finanziaria 2007), ma calata su questa situazione, immaginate chi sfrutterà meglio una strategia di promozione sul turismo di massa condivisa tra Italia, Francia e Spagna come previsto dall’accordo siglato dal nostro nuovo Ministero.
martedì 7 luglio 2009
Ferri corti tra Governo e Regioni
Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni e province Autonome, così spiega l’interruzione dei rapporti: "Da due mesi siamo in attesa di un vertice chiarificatore con l'Esecutivo, ma nel frattempo si moltiplicano le iniziative unilaterali all'insegna del centralismoe il quadro si fa sempre più confuso e preoccupante”.
Tra i vari motivi: sanità, fondi FAS, ecc., c’è anche la nascita del Ministero del Turismo criticata sia per la procedura adottata, sia per la sostanza.
“La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome fa rilevare che le iniziative e le azioni poste in essere unilateralmente dal Governo con riferimento ad un ambito, quello del Turismo, per cui è riconosciuta alle Regioni una competenza esclusiva costituiscono un vulnus grave delle prerogative regionali.
E’ stato nominato un Ministro senza portafoglio cui è stato conferito l’incarico per il turismo con relativa delega di funzioni. Tutto ciò è avvenuto senza che le Regioni e le Province autonome fossero consultate, disattendendo ancora una volta il principio della leale collaborazione tra istituzioni dello Stato e senza realizzare quella concertazione più volte richiamata ed auspicata anche dalla Corte Costituzionale”.
L'Italia guadagna una posizione
La ricerca è stata condotta sui titolari di carte di pagamento che hanno viaggiato al di fuori dei loro confini negli ultimi 3 anni e che viaggeranno nel mondo nel 2009-2010.
lunedì 6 luglio 2009
Firmata la convenzione per i buoni vacanza
venerdì 3 luglio 2009
Corretto l’UNWTO World Tourism Barometer
Tra gennaio e aprile, il turismo internazionale è diminuito dell’8% secondo l’edizione di giugno dell’Unwto World Tourism Barometer. Le destinazioni mondiali hanno registrato 247 milioni di arrivi contro i 269 del 2008.
La previsione per l’Europa è peggiore (-10%) perché secondo UNWTO l'impatto della crisi economica “è stato elevato in quanto la maggior parte dei mercati più importanti per l’outgonig hanno lottato con la recessione dopo la fine del 2008. Inoltre, il turismo in uscita del secondo mercato più grande (UK) ha subito il deprezzamento della sterlina”.
Nel 2008 gli arrivi internazionali sono aumentati dell’1,9% pari a 922 milioni di turisti, mentre le entrate sono aumentate dell’1,8% (in termini reali) pari a 642 milioni di euro.
La graduatoria internazionale non ha subito cambiamenti rilevanti nel 2008. La Francia continua a primeggiare negli arrivi (79 milioni di turisti) ed è terza per fatturato. Gli Stati Uniti sono tornate al secondo posto per gli arrivi ed hanno riconquistato il primo per le entrate dopo gli eventi dell'11 settembre 2001, la Spagna si piazza al terzo posto in arrivi, ma ha mantenuto la sua posizione (di secondo) per incassi. La Cina continua a superare l’Italia (quarto posto) per gli arrivi internazionali, ma è ancora quinto in termini di entrate, mentre il contrario è per l'Italia (rispettivamente al quinto e quarto posto).
mercoledì 1 luglio 2009
Dopo la famiglia “allargata” una nuova formula “nonni e nipoti”
Si fa strada un segmento con caratteristiche particolari che l’offerta deve iniziare a prendere in considerazione con proposte dirette che coniughino il bisogno di realx degli over 65 con quello di scoperta ed attivo del under 14.
giovedì 25 giugno 2009
Rilancio del turismo per farlo arrivare al 20% del PIL, ma con azioni viscerali?
L’intenzione è apprezzabile anche in considerazione di tutte le parole e gli scritti che da qualche anno riempiono i media, la stampa professionale e le varie pubblicazioni circa l’importanza economica del turismo e le sue funzioni di “moltiplicatore” dell’economia reale.
Il proposito risulta ancora più encomiabile in un periodo congiunturale sfavorevole ed entusiasmano le parole del Premier se si ascolta la prima parte della conferenza.
E’ la presentazione del Ministro del Turismo che fila bene fino a quando non scopre il novo logo del turismo italiano ed inizia a descrivere le iniziative, a dire il vero alcune sicuramente positive; come la sinergia realizzata con Alitalia e Trenitalia, ma anche in questo caso siamo ancora lontani da pianificate azioni di co-marketing.
E ci si ferma qui, si potrebbe discutere sulla mancata esposizione degli obiettivi specifici della campagna promozionale, sulla mancanza di un piano mezzi e di un budget definito, sulle modalità di realizzazione del nuovo sito Italia.it, sull’ultimo lungo spot presentato, sembra solo per il prodotto culturale italiano, dimenticando la spiagga, lo sci, la montagna attiva, il divertimento, ecc.; comunque, per non influenzare nessuno si invita ad ascoltare attentamente la conferenza stampa e poi, andarsi a rivedere le slide sul brand e sulle politiche di branding proposte a lezione.
Se non le avete più, potete consultare Wikipedia e le slide del Prof. Tonino Pencarelli, Daniela Betti e Fabio Forlani dell’Università di Urbino.
Infine, si consiglia di fare un minimo di benchmarking e confrontare l’azione di una nazione che da poco è entrata nel mercato turistico: la Romania.
Sembra che in Italia manchino le professionalità o, se ci sono, non vengano utilizzate. Sembra che le azioni siano più "viscerali" che frutto di una attenta pianificazione (piano di marketing). Forse il problema non è tanto nella classe politica. Sia in questa legislatura che in quella precedente, la “politica” è riuscita ad individuare fisiologicamente i problemi (promozione, brand, presenza in rete, ecc.) ed anche a trovare le risorse finanziarie (cfr. i 100 milioni di Stanca per il portale), ma quando si tratta di dare soluzione ad essi intervengono altri policy maker che spesso sciupano le buone intenzioni.
lunedì 15 giugno 2009
E si riparla di nuovo marchio Italia
Ma anche in questo caso, un brand cambia nel tempo rinnovando il segno grafico e le strategie promozionali senza perdere la sua identità, come fu per la Mc Donald’s a seguito dei duri attacchi mediatici e “fisici” da parte degli ecologisti e animalisti statunitesi (film di Spurlock e quello di Linklater), dai francesi e dai no global.
Si è mai visto che una azienda modifica il suo logo al cambiamento del CdA o in caso di trasformazione della veste giuridica?