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giovedì 21 luglio 2011

La profezia realizzata

Anche gli assessori regionali si presentano in radio per fare promozione, turistica o alla propria persona?

Dopo aver assistito allo spot del Previdente del Consiglio, si era previsto che altri politici avrebbero seguito l’iniziativa ed oggi, si legge che per promuovere le terre del Friuli Venezia Giulia occorre andare personalmente su Rtl 102,5.

 

giovedì 25 giugno 2009

Rilancio del turismo per farlo arrivare al 20% del PIL, ma con azioni viscerali?


Ieri in una conferenza stampa il Presidente del Consiglio, presente anche il Ministro del Turismo, ha annunciato che l’azione di Governo punta a “cambiare musica” con l’obiettivo di “portare il turismo al 20% del nostro PIL”.

L’intenzione è apprezzabile anche in considerazione di tutte le parole e gli scritti che da qualche anno riempiono i media, la stampa professionale e le varie pubblicazioni circa l’importanza economica del turismo e le sue funzioni di “moltiplicatore” dell’economia reale.

Il proposito risulta ancora più encomiabile in un periodo congiunturale sfavorevole ed entusiasmano le parole del Premier se si ascolta la prima parte della conferenza.
E’ la presentazione del Ministro del Turismo che fila bene fino a quando non scopre il novo logo del turismo italiano ed inizia a descrivere le iniziative, a dire il vero alcune sicuramente positive; come la sinergia realizzata con Alitalia e Trenitalia, ma anche in questo caso siamo ancora lontani da pianificate azioni di co-marketing.

E ci si ferma qui, si potrebbe discutere sulla mancata esposizione degli obiettivi specifici della campagna promozionale, sulla mancanza di un piano mezzi e di un budget definito, sulle modalità di realizzazione del nuovo sito Italia.it, sull’ultimo lungo spot presentato, sembra solo per il prodotto culturale italiano, dimenticando la spiagga, lo sci, la montagna attiva, il divertimento, ecc.; comunque, per non influenzare nessuno si invita ad ascoltare attentamente la conferenza stampa e poi, andarsi a rivedere le slide sul brand e sulle politiche di branding proposte a lezione.

Se non le avete più, potete consultare Wikipedia e le slide del Prof. Tonino Pencarelli, Daniela Betti e Fabio Forlani dell’Università di Urbino.

Infine, si consiglia di fare un minimo di benchmarking e confrontare l’azione di una nazione che da poco è entrata nel mercato turistico: la Romania.

A questo punto siete in grado di valutare i comportamenti e le scelte e, dopo un minimo di riflessione che è sempre dovuta, verificate l'attendibilità di queste ultime considerzioni.

Sembra che in Italia manchino le professionalità o, se ci sono, non vengano utilizzate. Sembra che le azioni siano più "viscerali" che frutto di una attenta pianificazione (piano di marketing). Forse il problema non è tanto nella classe politica. Sia in questa legislatura che in quella precedente, la “politica” è riuscita ad individuare fisiologicamente i problemi (promozione, brand, presenza in rete, ecc.) ed anche a trovare le risorse finanziarie (cfr. i 100 milioni di Stanca per il portale), ma quando si tratta di dare soluzione ad essi intervengono altri policy maker che spesso sciupano le buone intenzioni.

Come per il caso del “cetriolone” speriamo sempre in un ripensamento sul logo, anche se si deve riconoscere che gli spot per l’Abruzzo sono migliori di quello per l’Italia ed anche declinati, se si vuole, per prodotti, ma sempre a proposito di marchi, quello dell’Abruzzo riportato negli spot non è quello turistico ufficiale e registrato (in BURA n. 52 del 10.09.2008).


mercoledì 6 febbraio 2008

Inaugurazione dell’anno giudiziario 2008.


Il 5 febbraio ha avuto luogo la cerimonia nella quale il Presidente della Corte dei conti dott. Tullio Lazzaro, ha svolto la relazione sull’attività della Corte dei conti nel 2007 di cui si riportano alcuni passaggi.

L’organizzazione della Repubblica vive un momento di diffuso malessere ed incertezza. Assistiamo per tanti aspetti al crescere confuso di strutture, di modelli amministrativi, di sovrapposizioni di competenze tra amministrazioni centrali e enti locali, disarmonicità, conflitti irrisolti.

Il denaro pubblico costituito da quanto viene versato da tutti i cittadini attraverso l’imposizione fiscale è bene primario della collettività perché è strumento e, al contempo, limite per ogni utilità sociale: dalla sanità, all’istruzione, alla difesa, allo sviluppo economico.

Alla Corte spetta dare al cittadino garanzia che quanto gli viene imposto di destinare ai bisogni collettivi lo sia in base ed in conformità alla legge; che quanto viene erogato lo sia secondo criteri di sana amministrazione così che da ogni spesa possa trarsi realmente il massimo di utilità possibile.

Risulta che nel periodo 2001 – 2006 vi sono state riparazioni spontanee prima della fase dibattimentale pari ad oltre 50 milioni e 683 mila euro e in corso di dibattimento, ma prima della sentenza, per un importo di oltre 19 milioni e 874 mila euro.
Nello stesso periodo risultano emesse sentenze definitive di condanna per un importo incassabile di oltre 487 milioni di euro.
In merito alle irregolarità e frodi a danno del bilancio comunitario si registra, nel 2006, un forte incremento, rispetto all’anno precedente, degli importi del bilancio comunitario da recuperare per le irregolarità e frodi accertate di cui il 99,13% relative ai fondi strutturali e lo 0,87% per il FEOGA – G. Tale incremento supera di quasi il doppio gli importi segnalati nel 2005 e è riconducibile, in via prevalente, ad irregolarità e frodi nel FESR sui programmi nazionali gestiti dal Ministero dello sviluppo economico.
Per i programmi regionali è prevalente la concentrazione delle irregolarità e frodi nelle regioni meridionali non solo a danno del FESR, ma anche a danno del FSE, e dello SFOP e del FEOGA-O, nel cui ambito si è verificato un preoccupante incremento e causa di rilevanti importi da recuperare in Sicilia (per più di 24 milioni di euro), in Campania (per più di 12 milioni di euro) ed in Basilicata (per più di 2.500.000). Nei casi accertati nel 2004, il 78% circa ha avuto ad oggetto fondi della programmazione 1994-1999, più del 7% si riferisce ai programmi 1988-1993 e solo il 15% a fondi della programmazione 2000-2006. Invece, nei casi accertati nel 2005, quasi il 38% ha avuto ad oggetto la programmazione 2000-2006, percentuale che ha raggiunto il 44% nel 2006. Ciò sta a significare che considerevoli risorse comunitarie continuano ad essere sottratte alle finalità programmate perché soggette ad irregolarità e frodi. Il fenomeno desta preoccupazione considerato che la nuova programmazione, quanto meno con riguardo ai Fondi strutturali ed assistita da modalità e strumenti di controllo molto più incisivi quali quelli previsti dai Regg. 1260/99 e 438/01.

Sono stati evidenziati alcuni casi esemplari di cattiva gestione delle risorse, che vanno dai maggiori costi e dall’inappropriatezza della gestione straordinaria dell’emergenza rifiuti – criticando in particolare l’uso che si è fatto dello strumento del commissario straordinario con la conseguente deresponsabilizzazione degli enti locali -, alla mancata liquidazione degli enti inutili, alla scarsa trasparenza delle operazioni di cartolarizzazione, associata al sostanziale mancato conseguimento di migliorare l’efficienza delle gestioni.

Le verifiche condotte dalla Corte fanno emergere l’inadeguatezza della politica dei redditi nel settore pubblico così come impostata fino ad oggi: la dinamica delle retribuzioni supera sistematicamente gli obiettivi programmatici di volta in volta prefissati. Un insieme di molteplici distorsioni concorre a questo risultato negativo: … il dilagare di contratti a termine; l’aumento di posizioni dirigenziali nelle riorganizzazioni di amministrazioni centrali e locali, proprio mentre entrambe perdono funzioni di gestione diretta di risorse.
Un altro esempio negativo è quello della formazione di debito implicito e di altre gravi distorsioni gestionali legate alla creazione di società pubbliche – soprattutto locali, ma non solo –spesso senza trasferire in tali società il personale delle amministrazioni pubbliche che originariamente gestiva il servizio. Non poche volte, peraltro, tali società sono costituite allo scopo, non già di accrescere l’efficienza gestionale, ma solo di eludere i vincoli del patto di stabilità interno o di fare nuove assunzioni senza concorsi.

Un segnale particolarmente significativo, emerso dai controlli in questione, è la crescente propensione delle Amministrazioni locali ad affidare a terzi la gestione dei servizi e delle attività strumentali all’esercizio di funzioni amministrative (c.d. esternalizzazione) con conseguenze destinate a mutare la fisionomia degli enti territoriali che da enti tradizionalmente portati alla gestione diretta tendono a muoversi come soggetti regolatori dei servizi. Non sempre, però, le scelte in tale direzione sono state organicamente inserite in processi di programmazione e precedute da un’attenta valutazione economica in termini di costi-benefici, così come non sempre l’operazione che ne è conseguita ha sortito esiti coerenti con gli obiettivi, voluti dalla legge, di contenimento della spesa o di miglioramento dell’efficienza gestionale.

venerdì 4 gennaio 2008

Un primo commento a “caldo” delle novità introdotte dalla Finanziaria 2008

La legge 24 dicembre 2007, n. 244, tra alcune novità positive per il turismo, quali la possibilità del recupero dell’IVA sulle attività congressuali, se e quando verrà concessa una deroga dalla Comunità Europea, e un primo passo per l’avvio dei cosiddetti “buoni vacanza”, istituiti e finanziati quasi sette anni or sono, conferma il “vizio”, tutto italiano, di intendere il federalismo come duplicazione o sovrapposizione delle competenze e non, invece, com’è, di ripartizione.

L’evoluzione del sistema di governo in senso federale, iniziata negli anno ’90, è stata una grande occasione, purtroppo non utilizzata, per dare efficienza al sistema Paese nel suo complesso.
Le speranze di risolvere i problemi dovuti all’eccesso di normazione, ai rapporti tra l’Amministrazione Pubblica e la società civile e tra la sfera del potere centrale e quella delle autonomie locali sono state vanificate nell’applicazione pratica della teoria politica.
Non sono stati raggiunti neanche gli obiettivi finanziari che intendevano provocare una sostanziale riduzione della pressione fiscale complessiva rendendo i vari livelli di governo realmente rispettosi degli obiettivi e dei vincoli di bilancio (cfr. spesa sanitaria).

Questa finanziaria, oltre a proseguire nella duplicazione delle competenze con l’istituzione di un vero e proprio “Ministero del Turismo” (cfr. art. 1, comma 195, della legge in argomento, ma anche i comma nn. 193 e 194) ripropone una serie di interrogativi sul significato di legislazione concorrente fra Stato e Regioni, oppure esclusiva delle Regioni. Ed è una dimostrazione delle moderne teorie sul ciclo politico-economico, che si sono accennate a lezione, e di come le “lobby” riescano a condizionare i policy makers. Infatti, occorre rammentare la pressione esercitata, negli ultimi anni. dai rappresentanti di categoria in favore di un ritorno al centralismo.