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martedì 24 novembre 2009

Come quantificare il turismo religioso e culturale in Abruzzo?


Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi e ricerche dell’Associazione temporanea di scopo, che ha promosso l’ultima edizione del workshop «Culto e cultura» di Lanciano, il turismo religioso e culturale in Abruzzo rappresenta nel 2008, il 4,5% degli arrivi (73.258/1.626.498*100) e il 2,8% delle presenze (209.359/7.560.546*100), determinando una permanenza media di 2,9 giorni (209.359/73.258). Gli stranieri incidono per il 16,4% delle presenze totali.

Se si prova a paragonare i dati pubblicati con le rilevazioni periodiche dell’ISTAT sui turisti italiani, si notano alcune differenze che potrebbero attribuirsi alla media ed al segmento nazionale.
Resta però il fatto che il 10,5% dei connazionali ha effettuato un viaggio per motivi culturali (visita a città o località d’arte) ed in particolare, quelli con motivazioni religiose hanno avuto una permanenza media di soli 2 giorni.

Di conseguenza, il fenomeno italiano sembra diverso da quello abruzzese non solo per la valutazione dei pellegrini che non pernottano (escursionisti), ma soprattutto quando si tenta di stimare il turismo religioso insieme a quello culturale.
Ad esempio, l'ONT nella ricerca "Il Turismo nelle città d'arte. Caratteristiche, tendenze e strategie di sviluppo. Anno 2008" stimando il numero dei pernottamenti di stranieri nelle città d’arte abruzzesi ne conta 444.787 (0,5% dello share nazionale) alla regione per il 2007 (cfr. Capitolo n. 3).

Le percentuali rilevate dall'Associazione "Culto e Cultura" possono essere anche credibili; sono le modalità di elaborazione che però sembrano poco attendibili.

In primis ci si è basati su, non meglio precisate “statistiche ufficiali dell’Aptr”. E’ vero che la rete degli Uffici IAT gestiti dall’Aptr ricevono i mod. C/59 delle strutture ricettive, ma la validazione dei dati raccolti è competenza delle Regioni (SISTAN) e dell’ISTAT. Di conseguenza, sarebbe stato meglio prendere i dati “veramente” ufficiali, senza nulla voler togliere a quelli pubblicizzati dalle Aziende di Promozione Turistica, che a volte possono soffrire di interferenze politiche.

Inoltre, è molto difficile individuare le motivazioni principali di soggiorno basandosi solo sui flussi registrati dall’offerta (mod. C/59). Occorrerebbe almeno una indagine sulle strutture ricettive che determinasse le quote delle diverse ragioni di visita, ma sembra che questo non sia stato fatto.

Ancora più problematico è identificare la tipologia turistica delle diverse località e cioè, riuscire a stabilire per un comune la quota di turismo balneare rispetto a quella del turismo d’affari o ancora, quello natura rispetto a quello culturale ecc.. Invero, l’Istituto Nazionale di Statistica ha stabilito delle modalità di classifica delle località che sono: città di interesse storico e artistico, località montane, lacuali, marine, termali, collinari, religiose, capoluoghi non altrimenti classificati, comuni non altrimenti classificati. Ma per l’Abruzzo, non ha individuato alcuna “Città di interesse storico e artistico”.

Da tempo l’ISTAT con il CISIS cercano di modificare questa vecchia e poco attendibile modalità di classificazione che individua solo la tipologia prevalente non riuscendo a trovare un accordo. Sono stati fatti diversi tentativi e ci si è arenati su una caratterizzazione massima di tre tipologie per località con l’assegnazione di pesi per ognuna (ad esempio, Pescara potrebbe essere classificata con 40% di turismo d’affari e congressuale, 40% balneare e 20% culturale religioso).
Tentativi del genere spesso però risultano velleitari se non supportati da una indagine campionaria o da apposite richieste inserite nel censimento.

L’ultima indagine dell’Osservatorio Turistico Regionale (cfr. pag. 91 e seg. del Rapporto Annuale sul Turismo in Abruzzo – 2003) condotta attraverso 2000 interviste dirette e telefoniche agli italiani nel periodo maggio – settembre del 2003, evidenziava che, la principale motivazione di vacanza per gli italiani che intendevano recarsi in Abruzzo, era quella balneare (26%) seguita da quella invernale con lo scii in primo piano (22%) e da quella naturalistica (18%).
Il turismo religioso non raggiungeva il punto percentuale, mentre quello culturale si attestava al 3%, mentre la percezione dell’Abruzzo come meta culturale veniva segnalata “con maggiore frequenza (oltre il 10%) da chi non ha mai soggiornato in regione, mentre debole appare l’associazione con una possibile motivazione religiosa alla base del viaggio”.

Pur apprezzando il tentativo, si consiglia la realizzazione di indagini campionarie sulla domanda presente in Abruzzo, ripetendola nelle diverse stagioni, per quantificare il fenomeno con un minimo di attendibilità.


giovedì 11 giugno 2009

Pubblicato un volume sul turismo religioso in Abruzzo



Il lavoro è stato elaborato all’interno del Master in Turismo religioso organizzato dall’Università degli Studi di Teramo e finanziato dalla Regione Abruzzo, e raccoglie i progetti originali redatti dai corsisti coordinati da Francesca Fausta Gallo, docente di Storia Moderna e già presidente del Corso di Laurea Magistrale in Gestione e progettazione dei sistemi turistici.

I contributi sono di Noemi Maria Angelini, Antonella Bellipario, Barbara Carusi, Francesca Ciotti, Marina De Carolis, Fabiana Di Domenicantonio, Mariagrazia Di Giandomenico, Luana Di Luigi, Lisa Falone, Daniela Ferrante, Nadia Ferrante, Sabina Lepri, Anna Piersanti, Annamaria Ragni, Marco Sfarra, Marco Virno, Giampiero Volpe.

Il testo, realizzato prima dell’evento sismico che ha colpito L’Aquila e nel quale alcuni autori sono stati pure coinvolti, si compone di tre parti:
- l’analisi del fenomeno turistico religioso in Abruzzo;
- le indagini di tipo antropologico e demologico;
- la “costruzione” di itinerari religiosi e culturali.

La pubblicazione è acquistabile on line sul sito della ARACNE editrice Srl.





mercoledì 1 aprile 2009

Prospettive non favorevoli per le vacanze pasquali

Le proiezioni dell’Osservatorio Amadeus rilevano un calo dei flussi turistici per le festività Pasquali, oltre il 20% in meno rispetto allo scorso anno per un totale di circa 6 milioni di viaggiatori.

Nell’80% dei casi saranno vacanze brevi con spostamenti in giornata o al massimo con un pernottamento per trascorrere le festività con amici e parenti.
Per il restante 20% che effettuerà due o più pernottamenti la soluzione privilegiata è il weekend lungo, aggiungendo uno o due giorni di vacanza ai festivi.
Il fattore prezzo ha un incidenza notevole sulle scelte d’acquisto di pacchetti turistici. Molti viaggiatori opteranno per i “lastminute”.
Di converso, è in crescita il numero di operatori che offrono forti riduzioni in caso di advance booking (almeno 15 giorni prima del soggiorno).

Viene confermato l’orientamento dei viaggiatori alla limitazione delle spese in hotel relative a consumazioni e pasti (mezza pensione o pensione completa) con una conseguente pesante riduzione degli introiti alberghieri derivati da questi servizi.

Le previsioni di Amadeus danno per stabili le prenotazioni per il turismo religioso e in agriturismo rispetto alla Pasqua del 2008. In particolare, queste ultime contrastano con il sondaggio di Agriturist che invece evidenzia una Pasqua difficile per gli agriturismo.

lunedì 2 febbraio 2009

Polemiche sul turismo religioso


Il 12 gennaio si è costituita una associazione denominata "Culto e Cultura in Abruzzo" che sta suscitando una serie di polemiche per la mancata partecipazione della Provincia dell'Aquila e di alcuni comuni ritenuti importanti sotto l'aspetto del turismo religioso e dopo che circa 300 operatori turistici dell'Opera romana pellegrinaggi era stata ospite sul territorio.

La disputa ci ha interessato e siamo andati a rivedere il progetto che prevede l'inserimento di mete religiose abruzzesi sui Cammini d'Europa. Il catalogo cartaceo dell'ORP, presentato alla manifestazione di Lanciano, è anche on line nel sito della GEIE i Cammini d'Europa e riporta nell'edizione 2009 "il cammino di Tommaso" anche se il Santo non ha fatto alcun cammino in Abruzzo, ci sono solo le spoglie, e "scoprendo il vastese ..." del T.O. Bagheera Viaggi, anzi si legge "gestito da BAGHEERA VIAGGI". Visionando poi, il sito dell'ORP ci si accorge che nella sezione "Italia cristiana" non ci sono i due itinerari abruzzesi presenti nel catalogo 2008 ("Abruzzo, itinerari della fede" e "Itinerari Celestiniani") e mancano anche nell'edizione cartacea del 2009.

Spontanea sorge una domanda: ma il T.O. non era l'Opera Romama Pellegrinaggi? Che significa "gestito" e, l'inserimento dei recapiti di quest'altro operatore, stanno a significare che l'organizzazione e la responsablità del viaggio non sono dell'ORP?

Sembra proprio così quando si legge, nell'ultima pagina del catalogo "norme, condizioni e validità", che "si applicano esclusivamente alle iniziative ... contraddistinte dal marchio O.R.P. a lato del titolo", mentre per le altre "valgono le condizioni dei singoli operatori".
Quindi, il catalogo è realizzato da diversi operatori, ma le condizioni dei singoli operatori non sono riportate. Stupisce ancora il tour operator indicato al lato del "pacchetto" denominato "il cammino di Tommaso": è l'Associazione già citata (Culto e Cultura in Abruzzo) e stranamente riporta, quale forma di contatto, l'Ufficio IAT di Lanciano.
I soggetti pubblici iniziano a confezionare il prodotto turistico ed a distribuirlo?
Agli studenti che leggono si consiglia di ripassare la normativa regionale relativa alle Agenzie di Viaggio e quella nazionale sulla tutela del consumatore e, quindi, trovare una possibile spiegazione.
Dopo esservi fatti una idea, notate l'ultimo paragrafo delle condizioni che testualmente riporta: "validità dal 1/04/07 al 31/01/08", ma il catalogo non è relativo al 2009? E allora, che può essere successo?
Un semplice errore materiale o la volontà di superare le carenze normative del catalogo realizzando, di fatto, un semplice depliant in lingua italiana che naturalmente ha poco senso distribuire nelle manifestazioni estere, cui il programma prevede di partecipare.

domenica 30 novembre 2008

Intervento al 7° workshop Culto e Cultura


Poiché alcuni giornalisti e colleghi delle Università abruzzesi mi hanno chiesto una relazione scritta dell’intervento, tenuto il 28 novembre in occasione della Conferenza “Culto e cultura nei Cammini d’Europa nell’Anno Mondiale del Turismo della Fede”, nell’ambito del 7° Italian workshop Culto e Cultura di Lanciano, inserisco questo post con la speranza che possa essere utile anche a qualche studente per lavori o tesi.

Il turismo religioso sta vivendo un momento di grande sviluppo, tanto che alcuni prevedono, per il 2009, una crescita del 20%. Aspettativa che appare un po’ troppo ottimistica considerata la crisi finanziaria ed economica che si sta attraversando e la forte revisione al ribasso del barometro sul turismo internazionale dell’UNWTO (dal +4% al +2%).

Comunque, in Italia, sembra che 40 milioni siano i pellegrini, per 19 milioni di pernottamenti, che hanno generato un fatturato di circa 4,5 miliardi di euro per una spesa media, a dire il vero un po’ bassa, di 104 euro a testa (stime UNWTO, Trademark e Istur).

Le motivazioni di viaggio o pellegrinaggio toccano una pluralità di aspetti che vanno dalla ricerca spirituale fino ad un elementare bisogno di serenità e di meditazione (ricerca di un benessere spirituale e fisico). Spesso rappresenta una risposta agli aspetti più acuti della globalizzazione e del vivere moderno che spinge ad apparire ed a consumare per poter essere.

Nel tempo il turismo religioso si è andato trasformando e, affianco ai tradizionali viaggi per anziani, in compagnia del Parroco con la duplice veste di assistente spirituale e guida turistica, si sono aggiunti i soggiorni mistici e di riflessione in monasteri, conventi o abbazie ed è nata una attenzione particolare al territorio che ospita e circonda il luogo di culto.
Oggi i tradizionali pullman e treni vengono affiancati o integrati da escursioni a piedi, un po’ meno da quelli in bicicletta, a cavallo, ecc.. Crescono di importanza i “percorsi” devozionali, che possono riguardare itinerari di grande fascino – come ad esempio il cammino di Santiago de Compostela o la Via Francigena – ma anche brevi percorsi, come ad esempio le vie crucis.

Si scorge una nuova figura di pellegrino-turista, quella di un fedele desideroso di conoscere, che sa cogliere la relazione tra “benessere” e territorio e desidera itinerari e soggiorni personalizzati.
Si tratta di un avvenimento che sembra legare la fede alla cultura, alla storia e alle tradizioni del luogo. Evento che ha saputo cogliere Giammarino, organizzatore del Workshop, intitolando la manifestazione proprio: “Culto e Cultura”.

Le ultime indagini sul turismo religioso italiano rilevano che circa la metà del flusso è si, rappresentato dal pellegrino tradizionale (53% per l’ Istur, Associazione per la promozione e la qualità della vita, e 51% per la Breviet, T.O. specializzato), ma cresce l’altra metà che si è cercato di descrivere e che si può definire il “fedele interessato”.

Non si tratta, poi, solo di persone anziane, in effetti:
- solo il 19,52% sono persone di età compresa tra 50-60 anni;
- il 20,46% si trova nella fascia tra i 40 anni e i 50;
- ma il 18,24% appartengono al gruppo tra 30-40 anni;
- il 12,59% quelli di età compresa tra i 20 e 30 anni;
- e il 4,11% hanno meno di 20 anni (Fonte: Istur).

Le motivazioni al viaggio organizzato, emerse dall’indagine della Breviet sui propri clienti (agosto 2008) di cui si è già accennato, sono per il 51% le ragioni di fede, ma per il 27% le questioni culturali, mentre il 37% del campione sceglie il viaggio in gruppo per stare in compagnia e le prenotazioni avvengono principalmente nelle parrocchie (40%) invece che nelle agenzie di viaggio.

La nostra regione non dispone di località come Lourdes, che rappresenta il “modello” di luogo della fede organizzato, infatti i visitatori si fermano in media poche ore (51%) nelle località italiane, mentre chi si reca a Lourdes vi resta almeno tre notti (81%) e la spesa media del pacchetto acquistato è di 589 euro a testa, molto di più dei nostri 104 euro.

Per inciso, il TCI ha rilevato che in Italia vi sono 1.763 santuari su più di 100.000 chiese, ma in realtà i santuari famosi ed in grado di attirare il turisti sono relativamente pochi, circa un ventina, che però riescono a generare flussi considerevoli. Infatti, dopo la meta religiosa più frequentata dagli italiani che risulta Lourdes (10,79%), tra quelle nazionali, emergono S. Giovanni Rotondo (5,08%), Loreto (3,17%) e Assisi (2,3%).

In Abruzzo, esiste un grande patrimonio legato alla spiritualità ed anche un potenziale unico per sviluppare percorsi innovativi e nuovi prodotti. Si pensa, oltre che alle evidenze dei luoghi di culto più conosciuti come lo stesso Miracolo Eucaristico di Lanciano, città nella quale siamo ospiti, ma agli eremi, alla montagna Sacra (la Maiella), a quella di San Gabriele (il Gran Sasso), ai Giubilei abruzzesi, ecc..

Però in tutti questi casi è evidente la necessità di poter disporre di strutture ricettive specializzate, di materiale informativo, di personale qualificato non solo nelle varie fasi della comunicazione e della commercializzazione, ma anche e soprattutto dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Non è raro che nella ns. regione molte evidenze storiche, architettoniche e religiose siano non praticabili o chiuse alla visita.

In questo senso, lodevole è stata l’iniziativa, che dovrebbe essere condivisa, ripetuta ed estesa sul tutto il territorio regionale oltre che temporalmente, di “Chiese aperte” curata dell’associazione “Terzo Millennio Onlus” della curia Arcivescovile dell’Aquila in occasione dell’apertura della Porta Santa. Si dovrebbe investire di più su queste azioni di volontariato in modo da renderle sistematiche ed integrate nell'offerta.

Non si può poi trascurare che molti turisti religiosi o pellegrini appartengono a ceti meno abbienti, oppure a classi d’età con minore disponibilità di reddito come i giovani, gli anziani o i diversamente abili.

Nel 2009, a questo proposito, dovrebbero finalmente partire i “buoni vacanza” che potrebbero rappresentare una forte azione di stimolo al fenomeno e che non ci deve trovare impreparati.

Vi sono, dunque, in Abruzzo luoghi e percorsi cosiddetti “minori” che potrebbero contribuire in maniera significativa alla crescita socio-culturale ed economica del nostro territorio; e lo stimolo viene da queste, relativamente nuove, manifestazioni specializzate, come questa di Lanciano, che mettono a contatto offerta e domanda dello specifico segmento.

In effetti, a livello nazionale, cresce l’interesse per il turismo religioso e, l’eredità di Itinera, antica fiera del turismo religioso, viene attualmente arricchita, non solo da questa manifestazione, ma anche da Aurea di Foggia e da quella di Oropa.

Ben vengano questi “laboratori” se consentono, all’offerta abruzzese, di crescere e di adeguare i servizi, nel tentativo costante di commercializzare forse un prodotto ancora tutto da assemblare.

mercoledì 28 novembre 2007

6° WORKSHOP CULTO e CULTURA

Per coloro che il 30.11.07 si troveranno nei pressi di Lanciano, si consiglia di fare un salto al Palazzo dell'Arcivescovado per vedere come funziona un workshop sul turismo religioso.
Si tratta di una manifestazione riservata agli operatori, ma credo che faranno entrare anche gli studenti.
Se volete accreditarvi prima, andate al sito:
http://www.turismoreligioso.net/