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sabato 1 ottobre 2011
Soddisfacenti le presenze e fatturato in crescita per gli alberghi italiani
Articolo di Cristina Morelli pubblicato su PagineAbruzzo
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martedì 6 settembre 2011
Bloccato il riconoscimento degli STL
Con deliberazione della G.R. d'Abruzzo del 1/08/2011, n° 542, pubblicata sul BURA ordinario n° 52 del 31 Agosto 2011 è stata revocata la precedete deliberazione (n. 175 del 21 Febbraio 2005) avente ad oggetto: “Approvazione definitiva delle Linee di indirizzo e procedure per il riconoscimento dei Sistemi Turistici Locali, ai sensi della legge regionale n. 17/2004”.
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lunedì 5 settembre 2011
Parte la transumanza 2011
Il 29 settembre da Collemaggio ripartirà la tranusmanza. Chi vuole può aggregarsi scrivendo a tratturomagno@gmail.com.
mercoledì 10 agosto 2011
Finanziato il polo turistico abruzzese
Con la Determina n. DI9/55 dell' 08/08/2011, in corso di pubblicazione sul BURA, la Regione Abruzzo ha finanziato il Polo di Innovazione Turistico abruzzese con 1.290.000,00 euro su un Programma di attività che prevede un budget complessivo di € 2.730.000,00 presentato dal Raggruppamento Temporaneo d'Imprese (RTI) Abruzzo Innovatur di Castel di Sangro.
L'Avviso pubblico riguardava la costituzione, l'ampliamento ed il funzionamento dei Poli di Innovazione finanziati con il "POR FESR Abruzzo 2007-2013: Attività I.1.2 - Sostegno alla creazione dei Poli di Innovazione".
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martedì 9 agosto 2011
Dati mensogneri?
Ieri la Confesercenti ha presentato a Pescara un “dossier sull’economia della Regione” peccato che le conclusioni siano “taroccate” dall’errata interpretazione dei dati di Movimpresa.
Spesso i media “abboccano” non riuscendo o non volendo distinguere il vero dal falso e riportano pedissequamente quello che gli viene propinato, anche se questa volta la fonte è autorevole e l'errore può risultare ammissibile..
Nel merito, Movimpresa è l’analisi statistica della nati-mortalità delle imprese condotta da InfoCamere, per conto dell'Unioncamere, sugli archivi di tutte le Camere di Commercio italiane.
Le notizie vengono rilevate dal Registro delle imprese e riguardano il numero di quelle registrate, di quelle attive, di quelle iscritte, di quelle cessate e delle variazioni.
Per effettuare un confronto sulla demografia d’impresa e quindi, da questo dedurre l’andamento di un settore, non si possono prendere semplicemente i dati delle imprese iscritte e di quelle cessate, fare la differenza e da questo arguire “che nel turismo: il saldo regionale è in deficit (-39), dovuto in larga parte alle non buone performance di Pescara (-22) e Chieti (-17)”.
Non è detto che le imprese iscritte siano attive, ad esempio nella prassi le società che si registrano dopo la costituzione spesso non hanno ancora acquisito tutte le autorizzazioni occorrenti per iniziare l’attività, quindi risultano inattive.
Come pure esistono società di comodo o non operative che non sono attive, ma possono cessare.
Di conseguenza, per poter effettuare correttamente dei confronti tra un periodo e l’altro occorre prendere il dato delle imprese attive.
Inoltre, occorrerebbe precisare che cosa si intende per turismo e quali sono le imprese che si comprendono nel settore, poiché Movimprese riporta i dati per “Sezioni e divisioni attività”.
Per capire il fenomeno si propone la tabella sopra riportata, confrontata con quella apparsa su IlCentro del 9 agosto, dalla quale facilmente si può ricavare il contrario di quanto affermato.
I dati regionali circa la demografia d’impresa osservati dal sistema camerale migliorano nel secondo trimestre del 2011.
Essi rilevano, nel primo semestre, una crescita di oltre l’1% per l’industria dei viaggi e del turismo - settore allargato - rispetto allo scorso anno (più 127 imprese attive) fornendo anche segnali migliori rispetto all’andamento degli altri settori.
Infatti, in Abruzzo il totale delle imprese attive registra una sostanziale stabilità segando solo un +0,1% per un aumento di solo 66 unità (scorporando quelle del settore in argomento).
Nel comparto, il risultato migliore in termini percentuali è stato conseguito dalle attività di supporto ai trasporti con una crescita del 2,2%, nell’intermediazione, con un aumento del 1,8%, seguita dalle attività sportive e di intrattenimento (+1,7%) e dalle imprese di ristorazione (+1,2%).
In valori assoluti, la maggiore crescita di imprese attive è stata registrata nei servizi di ristorazione con n. 93 nuove unità, seguiti dalle attività sportive e di intrattenimento (+22).
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venerdì 5 agosto 2011
Dal 29 settembre le domande per i Contratti di Sviluppo
Dal 29 settembre 2011 sarà possibile presentare le domande per usufruire del nuovo strumento agevolativo che intende favorire l’attrazione di capitali esteri e la realizzazione di investimenti di rilevanti dimensioni anche per il turismo (programmi di sviluppo turistico nelle aree “in deroga” - 87.3.a e 87.3.c - previste dalla Carta degli aiuti a finalità regionale approvata dalla Commissione europea per il periodo 2007-2013).
Il Contratto di Sviluppo è stipulato tra una o più imprese e Invitalia, con l’eventuale partecipazione di amministrazioni pubbliche interessate e, per il turismo, dovrà prevedere progetti con finanziamenti non inferiori ai 22,5 milioni di euro (sovvenzioni, contributi in conto interessi, prestiti agevolati, garanzie e contributi a fondo perduto).
La gestione del Contratto di Sviluppo è affidata dal Ministero dello Sviluppo Economico a Invitalia, che provvede alla valutazione dei progetti, all’erogazione delle agevolazioni e al successivo monitoraggio delle iniziative.
mercoledì 3 agosto 2011
La CCIAA di Pescara non vede il volano del turismo
Solo la Camera di Commercio di Teramo predispone annualmente appositi contributi per incentivare la crescita del turismo. Per la provincia pescarese le imprese turistiche si devono accontentare di concorrere con le altre per i seguenti bandi:
1. per la concessione di contributi a fondo perduto per le certificazioni di qualità (UNI EN ISO 9001 - 2000, UNI EN ISO 14001 – 2004, UNI EN ISO 22000 – 2005, Ecolabel Turismo, SA 8000 – 2001, UNI 11020 – 2002, UNI 10939 – 2001, EMAS II, OHSAS 1801, BRC e IFS);
2. per il controllo di gestione;
3. per i Confidi.
Il primo bando, rivolto alle imprese, vede una budget irrisorio: soli 50.000,00 euro, anche se il contributo in conto capitale del 20% prevede un minimo non inferiore a 200,00 euro e un massimo di 2.600,00 euro.
Anche il secondo bando è indirizzato alle imprese ed ha uno stanziamento di modesta entità (€ 50.000,00), ma si sostanzia in un contributo massimo di 2.500,00 euro per il 50% delle spese in bilancio e 500,00 euro per voucher per la formazione del personale.
Il terzo bando, invece è riservato alle società e cooperative di garanzie ed ha un budget di € 350.000,00.
Entro il 30 settembre le domande con priorità cronologica.
giovedì 21 luglio 2011
La profezia realizzata
Anche gli assessori regionali si presentano in radio per fare promozione, turistica o alla propria persona?
Dopo aver assistito allo spot del Previdente del Consiglio, si era previsto che altri politici avrebbero seguito l’iniziativa ed oggi, si legge che per promuovere le terre del Friuli Venezia Giulia occorre andare personalmente su Rtl 102,5.
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giovedì 14 luglio 2011
martedì 14 giugno 2011
martedì 24 maggio 2011
Mai così tanti soldi per il turismo abruzzese
Un Master plan per una programmazione a medio termine fino al 2013 e un'Agenda strategica di lungo termine, fino al 2020, sono stati illustrati dall'Assessore al Turismo della Regione Abruzzo con le relative somme disponibili.
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giovedì 14 aprile 2011
Ancora una vittoria per la lobby dei balneatori
Il Ministro per i Rapporti con la Regioni fa marcia indietro e sembra accogliere le proposte dei balneatori che nei giorni scorsi avevano messo in campo una serie di eclatanti manifestazioni.
A prescindere dalle disquisizioni politiche o morali sull’utilizzo dei beni pubblici, se la direttiva europea non verrà rispettata dall’Italia, chi pagherà la muta per l’infrazione?
Riferimenti:
- Secondo successo della lobby dei balneatori
- Primo successo della lobby dei balneatori
- Categoria a rischio estinzione: balneatori
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giovedì 24 marzo 2011
20 milioni per l’agriturismo abruzzese
Con la pubblicazione del bando sul Bura del 23/03/2011 n. 20, da ieri sono aperti i termini di presentazione delle domande per ottenere contributi per la manutenzione straordinaria, la ristrutturazione ed il restauro di fabbricati già a servizio dell'azienda agricola al fine di realizzare ed allestire, sia nuovi alloggi agrituristici, sia punti di ristoro.
Inoltre si finanzia anche la realizzazione di piazzole di sosta per caravan e camper; l'abbattimento delle barriere architettoniche; la sistemazione di spazi esterni all'azienda agrituristica con parcheggi autovetture, giardini, illuminazione, sistemazione viabilità aziendale; laboratori polifunzionali, dispense, locali per la degustazione dei prodotti aziendali offerti ai visitatori; lo sviluppo di attività didattiche, culturali, sportive, ricreative, di artigianato rurale non agricolo, escursionistiche e ippoturismo.
martedì 22 febbraio 2011
Quale futuro per il turismo abruzzese
Da qualche giorno si torna a parlare di “progetti faraonici” per il Gran Sasso e per la neve abruzzese.
Dopo l’idea della maxidiscoteca nel cantiere Cogefar, anno 2005, il tentativo del 2006 che oggi viene riproposto ampliato e con una nuova veste.
In effetti le avvisaglie dovevano esse colte per come è stata proposta l’offerta sci di quest’anno.
Poi, è arrivata la benedizione del Governo, ma i problemi restano:
- per rifondazione comunista è questione di finanziamenti,
- meglio il pensiero di un docente universitario
- e quello di un accompagnatore di Media Montagna.
Dopo l’idea della maxidiscoteca nel cantiere Cogefar, anno 2005, il tentativo del 2006 che oggi viene riproposto ampliato e con una nuova veste.
In effetti le avvisaglie dovevano esse colte per come è stata proposta l’offerta sci di quest’anno.
Poi, è arrivata la benedizione del Governo, ma i problemi restano:
- per rifondazione comunista è questione di finanziamenti,
- meglio il pensiero di un docente universitario
- e quello di un accompagnatore di Media Montagna.
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mercoledì 10 febbraio 2010
Secondo successo della lobby dei balneatori
Approvato ieri, dal Consiglio regionale d'Abruzzo, il Progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale che estende a ventanni la durata delle concessioni demaniali per uso turistico-ricreativo.
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lunedì 8 febbraio 2010
Aggiornato il paniere degli indici dei prezzi al consumo
Tra le innovazioni metodologiche finalizzate al miglioramento della tempestività e della rappresentatività congiunturale degli indici si sottolinea l'eliminazione della frequenza trimestrale di rilevazione (8,5% dei prodotti del paniere nel 2009) in favore di quella mensile o bimensile.
Quest'anno entrano nel paniere le nuove posizioni di Collaboratore familiare con compiti di assistenza alla persona e l'Intervento medico in regime privatistico. Inoltre, vengono inseriti nuovi prodotti all’interno di posizioni già esistenti; ad esempio, le posizioni relative agli Apparecchi per la telefonia mobile e ai Personal computer unità centrale comprendono, rispettivamente, anche gli smartphone e i nettop; la posizione relativa ai Viaggi aerei nazionali vede l’introduzione dei voli low-cost (già presenti nella posizione Viaggi aerei europei). Molte altre posizioni subiscono scomposizioni o raggruppamenti di posizioni rappresentative già presenti nel paniere, allo scopo di migliorare la copertura dell’insieme dei consumi delle famiglie che esse rappresentano. Escono dal paniere le posizioni Lampadina ad incandescenza, Fiammiferi, Riparazione orologio.
martedì 22 dicembre 2009
Il 20 gennaio partiranno i buoni vacanza
Il Ministro del Turismo presenterà oggi l’iniziativa dei buoni vacanze, che potranno essere prenotati a partire dal prossimo 20 gennaio.
E’ esecutivo il decreto che stabilisce l’erogazione di fondi pari a 5 milioni di euro.
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venerdì 11 dicembre 2009
Primo successo della lobby dei balneatori
La Commissione Europea rinvia di sei anni (al 31.12.2015) la scadenza della procedura di infrazione a carico dell'Italia accogliendo le richieste di proroga presentate dal Governo.
Lo afferma il membro italiano della decima Commissione Permanente dell'Industria, Commercio e Turismo.
Lo afferma il membro italiano della decima Commissione Permanente dell'Industria, Commercio e Turismo.
martedì 1 dicembre 2009
Categoria a rischio estinzione: balneatori.

Oltre 5.000 imprenditori balneari sono attesi per il 1° dicembre a Roma presso l'Auditorium di S. Cecilia in via della Conciliazione n. 4 per l'Assemblea Generale. Gli operatori attendevano “precisi impegni da parte del Governo, ne va della stessa sopravvivenza del turismo italiano” e mette “in pericolo 28.000 imprese, 400.000 posti di lavoro, l'integrità ambientale delle coste ma, soprattutto, la stessa immagine turistica dell'Italia”.
Realmente gli stabilimenti balneari non sono altro che una delle componenti di una delle tipologie del turismo, quella balneare tradizionale. Esistono tante altre forme di turismo a cominciare dallo sci invernale che tra breve inizierà la sua stagione. E’ pur vero però che senza di essi è difficile proporre e vendere il turismo mare.
Ma se la preoccupazione degli imprenditori della spiaggia è quella della “sopravvivenza del turismo” o dell’integrità ambientale o ancora dell’immagine possono da subito riconsegnare le concessioni in modo da consentire alle Amministrazioni pubbliche di procedere per tempo alle nuove assegnazioni in modo che per la prossima stagione estiva tutto sia pronto.
A prescindere dalla provocazione, la lobby dei balneatori è di nuovo sul piede di guerra paventando la chiusura di circa 13.000 imprese del settore (cfr. comunicato stampa FIB – ma quante sono?). Dopo le periodiche lotte per stabilire i canoni demaniali, oggi scendono in campo per recuperare il “diritto di insistenza” che è stato dichiarato incompatibile con la normativa europea (cfr. procedura di infrazione n. 2008/4908). Già oggi, il contrasto tra la normativa statale (rinnovi sessennali automatici) e l'ordinamento comunitario, comporta la disapplicazione della disciplina nazionale e impone l'obbligo di tale disapplicazione non solo ai giudici, ma anche a tutti gli organi dello Stato comprese le più diverse Autorità Amministrative.
L’allarme della chiusura di migliaia di imprese risulta pretestuoso poiché vige un altro principio di preferenza che non è stato impugnato e cioè, la tutela dell'ambiente costiero che secondo l'art. 37 del cod. nav., così come novellato dalla legge 494/1993, nel caso di nuove concessioni turistico-ricreative, occorre assegnare preferenza, alle richieste "che importino attrezzature non fisse e completamente amovibili". Di conseguenza, se in passato le assegnazioni sono avvenute nel rispetto della suddetta preferenza non c’è da preoccuparsi verranno ri-assegante agli stessi soggetti poiché solo in caso mancanza di ragioni di preferenza, il rilascio della concessione avviene a chi offre il canone annuo maggiore. E se poi, malauguratamente le concessioni non dovessero essere rinnovate agli stessi soggetti, saranno altre imprese ad ottenerle e quindi, a far si che le spiagge non rimangano “deserte” e che si rispetti la “ratio” della demanialità è cioè la conservazione dell’uso pubblico cui il bene è destinato.
Il diritto di insistenza consisteva nell’interesse dei concessionari, ad essere preferiti, alla scadenza della concessione, ad altri aspiranti nella scelta del nuovo concessionario. L’ordinamento giuridico italiano considerava la posizione di colui che già si trova in una determinata situazione e che, quindi, avrebbe potuto patire un nocumento dal venir meno della concessione.
La pretesa che però deve essere espressamente riconosciuta dalla legge o dall'autonomia contrattuale delle parti (cfr. Sez. V, 9 dicembre 2002, n. 6764; 27 ottobre 2000 n. 5743), non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra un limite nella discrezionalità dell'amministrazione (cfr. Sez. IV, 29 novembre 2000, n. 6321; Sez. IV, 1° ottobre 1993, n. 817).
In altre parole, se la normativa di assegnazione non la prevede espressamente il diritto non può essere fatto valere ovvero se la licitazione privata di assegnazione non considera il diritto in argomento, esso non è esercitatile.
Nel tempo e con la delega delle competenze, prima dallo Stato alle Regioni e poi ai Comuni, il diritto di insistenza previsto dall'art. 37 codice della navigazione è stato diversamente recepito nei vari ordinamenti.
Vivendo in una città di mare, è da bambino che frequento gli stabilimenti balneari ed ho avuto modo di conoscere i genitori ed i nonni di alcuni degli attuali “balneatori”, così come il praticantato e poi, l’esercizio, seppur breve, della professione di Dottore Commercialista mi ha consentito di conoscere le cosiddette “vendite” di alcune concessioni.
Grazie al rinnovo tacito o automatico, alla varie prelazioni, dal diritto di insistenza a quello di subentro, le concessioni vengono “confermate” quasi sempre agli stessi soggetti (cfr. Cons. Stato Sez. VI, 24-07-2009, n. 4675) che spesso si trasformano da ditte individuali diventano imprese familiari o coniugali ed a volte società di persone che naturalmente possono cedere le quote sociali pur restando lo stesso soggetto giuridico. Ed ancora più facilmente se l’iniziale concessione era stata acquisita da una società di capitale.
In queste “cessioni” poi, l’importo del reale avviamento commerciale non viene determinato dalla capacità dell’azienda di produrre reddito, bensì dalla estensione dell’arenile e dagli immobili esistenti che grazie al diritto di insistenza vengono considerati al pari dell’edilizia convenzionata (concessione novantanovennale del terreno).
In pratica, il diritto di insistenza consente di trasformare una concessione a termine, in una a tempo indeterminato, ultra-vitalizia.
Il comportamento, che può apparire fiscalmente elusivo, viene anche premiato con incentivi fiscali in caso di aggregazione.
Forse, la spiaggia è entrata nella disponibilità del privato diventando di fatto una vera e propria “proprietà privata” cessando quindi, la sua funzione di proprietà pubblica (i beni pubblici sono tutti quei beni appartenenti allo Stato o ad altri Enti pubblici e destinati alla soddisfazione di interessi pubblici).
Il concessionario, come il proprietario, può alienare il bene, cioè può realizzare il valore di scambio che esso ha attraverso una super valutazione dell’avviamento commerciale. Può darlo in locazione, insieme alle attrezzature mobili o immobili insistenti sull’area, maggiorando il canone dell’affitto aziendale. Può cederlo agli eredi con o senza testamento.
Come un qualsiasi altro proprietario di una cosa dovrebbe però rispettare i limiti che la legge stabilisce ed adempiere gli obblighi che la stessa gli impone.
Senza voler entrare nel merito della procedura di infrazione della Commissione Europea che apre le concessioni al libero mercato, la stessa Costituzione italiana (art. 42) stabilisce, non per i beni pubblici, ma per la proprietà privata, che essa deve essere riconosciuta e garantita dalla legge, la quale ne determina i modi di acquisto, di godimento, ma anche i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere limitata come la proprietà terriera può essere sottoposta a vincoli o ad obblighi al fine di stabilire degli equi rapporti sociali (art. 44 cost.).
La Costituzione considera anche la relazione che esiste tra i diritti del proprietario e gli interessi che i soggetti non proprietari possono legittimamente avere nei confronti dei medesimi beni.
Come per le concessioni la pretesa non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra dei limiti finalizzati al soddisfacimento di interessi pubblici. Anche il diritto di proprietà di un privato si arresta in ragione dell’adempimento di quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale che sono richiamati in termini generali dall’art. 2 e che l’art. 42 specifica.
La Carta impone al legislatore ordinario di realizzare un’attenta ponderazione tra l’interesse individuale e quello sociale in relazione alle caratteristiche dei beni (sentenza 252/83).
Se quanto premesso ha un minimo di validità, la soluzione al problema posto dai balneatori appare di una logica sorprendente anche se paradossale: come richiesto dai balneatori potrebbe adottarsi la disciplina dell’esproprio per pubblico interesse, prevista per la proprietà privata, e per il quale è atteso un equo indennizzo.
Una norma transitoria potrebbe prevedere che l’indennizzo sborsato dall’Amministrazione possa essere successivamente recuperata dal vincitore della licitazione privata che assegna una nuova concessione che, a questo punto, potrebbe anche essere ventennale.
Ma l’approccio alla tematica non può non tener conto del nuovo concetto di etica pubblica, nella convinzione che il fine di ogni soggetto pubblico, e di ogni agire privato, debba essere il rispetto e lo sviluppo del “bene comune”.
“L’interesse ‘privato’ di terzi può, certo, coesistere con l’interesse pubblico, ma non deve essere la finalità prevalente: può essere solo un ‘interesse legittimo’, ‘occasionalmente protetto”.
“Questo criterio generale dell’interesse pubblico, come interesse prevalente rispetto agli interessi privati che possono coincidere o confliggere con esso, vale anche – sia pure in misura minore – nei rapporti tra enti e privati, siano essi cittadini o imprese.
Il singolo legittimamente rappresenta e chiede la tutela di specifici interessi, personali, di gruppo; ma non deve farlo senza tener conto dell’interesse generale, non essendo lecito per nessuno considerare la pubblica istituzione come una ‘greppia’ sulla quale gettarsi senza ritegno”.
Realmente gli stabilimenti balneari non sono altro che una delle componenti di una delle tipologie del turismo, quella balneare tradizionale. Esistono tante altre forme di turismo a cominciare dallo sci invernale che tra breve inizierà la sua stagione. E’ pur vero però che senza di essi è difficile proporre e vendere il turismo mare.
Ma se la preoccupazione degli imprenditori della spiaggia è quella della “sopravvivenza del turismo” o dell’integrità ambientale o ancora dell’immagine possono da subito riconsegnare le concessioni in modo da consentire alle Amministrazioni pubbliche di procedere per tempo alle nuove assegnazioni in modo che per la prossima stagione estiva tutto sia pronto.
A prescindere dalla provocazione, la lobby dei balneatori è di nuovo sul piede di guerra paventando la chiusura di circa 13.000 imprese del settore (cfr. comunicato stampa FIB – ma quante sono?). Dopo le periodiche lotte per stabilire i canoni demaniali, oggi scendono in campo per recuperare il “diritto di insistenza” che è stato dichiarato incompatibile con la normativa europea (cfr. procedura di infrazione n. 2008/4908). Già oggi, il contrasto tra la normativa statale (rinnovi sessennali automatici) e l'ordinamento comunitario, comporta la disapplicazione della disciplina nazionale e impone l'obbligo di tale disapplicazione non solo ai giudici, ma anche a tutti gli organi dello Stato comprese le più diverse Autorità Amministrative.
L’allarme della chiusura di migliaia di imprese risulta pretestuoso poiché vige un altro principio di preferenza che non è stato impugnato e cioè, la tutela dell'ambiente costiero che secondo l'art. 37 del cod. nav., così come novellato dalla legge 494/1993, nel caso di nuove concessioni turistico-ricreative, occorre assegnare preferenza, alle richieste "che importino attrezzature non fisse e completamente amovibili". Di conseguenza, se in passato le assegnazioni sono avvenute nel rispetto della suddetta preferenza non c’è da preoccuparsi verranno ri-assegante agli stessi soggetti poiché solo in caso mancanza di ragioni di preferenza, il rilascio della concessione avviene a chi offre il canone annuo maggiore. E se poi, malauguratamente le concessioni non dovessero essere rinnovate agli stessi soggetti, saranno altre imprese ad ottenerle e quindi, a far si che le spiagge non rimangano “deserte” e che si rispetti la “ratio” della demanialità è cioè la conservazione dell’uso pubblico cui il bene è destinato.
Il diritto di insistenza consisteva nell’interesse dei concessionari, ad essere preferiti, alla scadenza della concessione, ad altri aspiranti nella scelta del nuovo concessionario. L’ordinamento giuridico italiano considerava la posizione di colui che già si trova in una determinata situazione e che, quindi, avrebbe potuto patire un nocumento dal venir meno della concessione.
La pretesa che però deve essere espressamente riconosciuta dalla legge o dall'autonomia contrattuale delle parti (cfr. Sez. V, 9 dicembre 2002, n. 6764; 27 ottobre 2000 n. 5743), non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra un limite nella discrezionalità dell'amministrazione (cfr. Sez. IV, 29 novembre 2000, n. 6321; Sez. IV, 1° ottobre 1993, n. 817).
In altre parole, se la normativa di assegnazione non la prevede espressamente il diritto non può essere fatto valere ovvero se la licitazione privata di assegnazione non considera il diritto in argomento, esso non è esercitatile.
Nel tempo e con la delega delle competenze, prima dallo Stato alle Regioni e poi ai Comuni, il diritto di insistenza previsto dall'art. 37 codice della navigazione è stato diversamente recepito nei vari ordinamenti.
Vivendo in una città di mare, è da bambino che frequento gli stabilimenti balneari ed ho avuto modo di conoscere i genitori ed i nonni di alcuni degli attuali “balneatori”, così come il praticantato e poi, l’esercizio, seppur breve, della professione di Dottore Commercialista mi ha consentito di conoscere le cosiddette “vendite” di alcune concessioni.
Grazie al rinnovo tacito o automatico, alla varie prelazioni, dal diritto di insistenza a quello di subentro, le concessioni vengono “confermate” quasi sempre agli stessi soggetti (cfr. Cons. Stato Sez. VI, 24-07-2009, n. 4675) che spesso si trasformano da ditte individuali diventano imprese familiari o coniugali ed a volte società di persone che naturalmente possono cedere le quote sociali pur restando lo stesso soggetto giuridico. Ed ancora più facilmente se l’iniziale concessione era stata acquisita da una società di capitale.
In queste “cessioni” poi, l’importo del reale avviamento commerciale non viene determinato dalla capacità dell’azienda di produrre reddito, bensì dalla estensione dell’arenile e dagli immobili esistenti che grazie al diritto di insistenza vengono considerati al pari dell’edilizia convenzionata (concessione novantanovennale del terreno).
In pratica, il diritto di insistenza consente di trasformare una concessione a termine, in una a tempo indeterminato, ultra-vitalizia.
Il comportamento, che può apparire fiscalmente elusivo, viene anche premiato con incentivi fiscali in caso di aggregazione.
Forse, la spiaggia è entrata nella disponibilità del privato diventando di fatto una vera e propria “proprietà privata” cessando quindi, la sua funzione di proprietà pubblica (i beni pubblici sono tutti quei beni appartenenti allo Stato o ad altri Enti pubblici e destinati alla soddisfazione di interessi pubblici).
Il concessionario, come il proprietario, può alienare il bene, cioè può realizzare il valore di scambio che esso ha attraverso una super valutazione dell’avviamento commerciale. Può darlo in locazione, insieme alle attrezzature mobili o immobili insistenti sull’area, maggiorando il canone dell’affitto aziendale. Può cederlo agli eredi con o senza testamento.
Come un qualsiasi altro proprietario di una cosa dovrebbe però rispettare i limiti che la legge stabilisce ed adempiere gli obblighi che la stessa gli impone.
Senza voler entrare nel merito della procedura di infrazione della Commissione Europea che apre le concessioni al libero mercato, la stessa Costituzione italiana (art. 42) stabilisce, non per i beni pubblici, ma per la proprietà privata, che essa deve essere riconosciuta e garantita dalla legge, la quale ne determina i modi di acquisto, di godimento, ma anche i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.
La proprietà privata può essere limitata come la proprietà terriera può essere sottoposta a vincoli o ad obblighi al fine di stabilire degli equi rapporti sociali (art. 44 cost.).
La Costituzione considera anche la relazione che esiste tra i diritti del proprietario e gli interessi che i soggetti non proprietari possono legittimamente avere nei confronti dei medesimi beni.
Come per le concessioni la pretesa non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra dei limiti finalizzati al soddisfacimento di interessi pubblici. Anche il diritto di proprietà di un privato si arresta in ragione dell’adempimento di quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale che sono richiamati in termini generali dall’art. 2 e che l’art. 42 specifica.
La Carta impone al legislatore ordinario di realizzare un’attenta ponderazione tra l’interesse individuale e quello sociale in relazione alle caratteristiche dei beni (sentenza 252/83).
Se quanto premesso ha un minimo di validità, la soluzione al problema posto dai balneatori appare di una logica sorprendente anche se paradossale: come richiesto dai balneatori potrebbe adottarsi la disciplina dell’esproprio per pubblico interesse, prevista per la proprietà privata, e per il quale è atteso un equo indennizzo.
Una norma transitoria potrebbe prevedere che l’indennizzo sborsato dall’Amministrazione possa essere successivamente recuperata dal vincitore della licitazione privata che assegna una nuova concessione che, a questo punto, potrebbe anche essere ventennale.
Ma l’approccio alla tematica non può non tener conto del nuovo concetto di etica pubblica, nella convinzione che il fine di ogni soggetto pubblico, e di ogni agire privato, debba essere il rispetto e lo sviluppo del “bene comune”.
“L’interesse ‘privato’ di terzi può, certo, coesistere con l’interesse pubblico, ma non deve essere la finalità prevalente: può essere solo un ‘interesse legittimo’, ‘occasionalmente protetto”.
“Questo criterio generale dell’interesse pubblico, come interesse prevalente rispetto agli interessi privati che possono coincidere o confliggere con esso, vale anche – sia pure in misura minore – nei rapporti tra enti e privati, siano essi cittadini o imprese.
Il singolo legittimamente rappresenta e chiede la tutela di specifici interessi, personali, di gruppo; ma non deve farlo senza tener conto dell’interesse generale, non essendo lecito per nessuno considerare la pubblica istituzione come una ‘greppia’ sulla quale gettarsi senza ritegno”.
venerdì 27 novembre 2009
Il “Chaotics” arriva in Italla
E' stato presentato a Roma l'ultimo libro di Philip Kotler e John A. Caslione sul tema della gestione dei cambiamenti nel nuovo contesto economico “post crisi”.
Chaotics presenta le linee guida per ad aiutare imprese a:
- individuare le fonti di turbolenza;
- prepare preparare gli scenari;
- prevedere le vulnerabilità e le opportunità;
- sviluppare risposte per garantire la resistenza a lungo termine e il successo;
- evitare il rischio e contemporaneamente promuovere gli interessi sociali;
- costruire la flessibilità in bilancio;
- approntare strategie di princing;
- modificare i prodotti per soddisfare i nuovi valori dei clienti.
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