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domenica 30 novembre 2008

Intervento al 7° workshop Culto e Cultura


Poiché alcuni giornalisti e colleghi delle Università abruzzesi mi hanno chiesto una relazione scritta dell’intervento, tenuto il 28 novembre in occasione della Conferenza “Culto e cultura nei Cammini d’Europa nell’Anno Mondiale del Turismo della Fede”, nell’ambito del 7° Italian workshop Culto e Cultura di Lanciano, inserisco questo post con la speranza che possa essere utile anche a qualche studente per lavori o tesi.

Il turismo religioso sta vivendo un momento di grande sviluppo, tanto che alcuni prevedono, per il 2009, una crescita del 20%. Aspettativa che appare un po’ troppo ottimistica considerata la crisi finanziaria ed economica che si sta attraversando e la forte revisione al ribasso del barometro sul turismo internazionale dell’UNWTO (dal +4% al +2%).

Comunque, in Italia, sembra che 40 milioni siano i pellegrini, per 19 milioni di pernottamenti, che hanno generato un fatturato di circa 4,5 miliardi di euro per una spesa media, a dire il vero un po’ bassa, di 104 euro a testa (stime UNWTO, Trademark e Istur).

Le motivazioni di viaggio o pellegrinaggio toccano una pluralità di aspetti che vanno dalla ricerca spirituale fino ad un elementare bisogno di serenità e di meditazione (ricerca di un benessere spirituale e fisico). Spesso rappresenta una risposta agli aspetti più acuti della globalizzazione e del vivere moderno che spinge ad apparire ed a consumare per poter essere.

Nel tempo il turismo religioso si è andato trasformando e, affianco ai tradizionali viaggi per anziani, in compagnia del Parroco con la duplice veste di assistente spirituale e guida turistica, si sono aggiunti i soggiorni mistici e di riflessione in monasteri, conventi o abbazie ed è nata una attenzione particolare al territorio che ospita e circonda il luogo di culto.
Oggi i tradizionali pullman e treni vengono affiancati o integrati da escursioni a piedi, un po’ meno da quelli in bicicletta, a cavallo, ecc.. Crescono di importanza i “percorsi” devozionali, che possono riguardare itinerari di grande fascino – come ad esempio il cammino di Santiago de Compostela o la Via Francigena – ma anche brevi percorsi, come ad esempio le vie crucis.

Si scorge una nuova figura di pellegrino-turista, quella di un fedele desideroso di conoscere, che sa cogliere la relazione tra “benessere” e territorio e desidera itinerari e soggiorni personalizzati.
Si tratta di un avvenimento che sembra legare la fede alla cultura, alla storia e alle tradizioni del luogo. Evento che ha saputo cogliere Giammarino, organizzatore del Workshop, intitolando la manifestazione proprio: “Culto e Cultura”.

Le ultime indagini sul turismo religioso italiano rilevano che circa la metà del flusso è si, rappresentato dal pellegrino tradizionale (53% per l’ Istur, Associazione per la promozione e la qualità della vita, e 51% per la Breviet, T.O. specializzato), ma cresce l’altra metà che si è cercato di descrivere e che si può definire il “fedele interessato”.

Non si tratta, poi, solo di persone anziane, in effetti:
- solo il 19,52% sono persone di età compresa tra 50-60 anni;
- il 20,46% si trova nella fascia tra i 40 anni e i 50;
- ma il 18,24% appartengono al gruppo tra 30-40 anni;
- il 12,59% quelli di età compresa tra i 20 e 30 anni;
- e il 4,11% hanno meno di 20 anni (Fonte: Istur).

Le motivazioni al viaggio organizzato, emerse dall’indagine della Breviet sui propri clienti (agosto 2008) di cui si è già accennato, sono per il 51% le ragioni di fede, ma per il 27% le questioni culturali, mentre il 37% del campione sceglie il viaggio in gruppo per stare in compagnia e le prenotazioni avvengono principalmente nelle parrocchie (40%) invece che nelle agenzie di viaggio.

La nostra regione non dispone di località come Lourdes, che rappresenta il “modello” di luogo della fede organizzato, infatti i visitatori si fermano in media poche ore (51%) nelle località italiane, mentre chi si reca a Lourdes vi resta almeno tre notti (81%) e la spesa media del pacchetto acquistato è di 589 euro a testa, molto di più dei nostri 104 euro.

Per inciso, il TCI ha rilevato che in Italia vi sono 1.763 santuari su più di 100.000 chiese, ma in realtà i santuari famosi ed in grado di attirare il turisti sono relativamente pochi, circa un ventina, che però riescono a generare flussi considerevoli. Infatti, dopo la meta religiosa più frequentata dagli italiani che risulta Lourdes (10,79%), tra quelle nazionali, emergono S. Giovanni Rotondo (5,08%), Loreto (3,17%) e Assisi (2,3%).

In Abruzzo, esiste un grande patrimonio legato alla spiritualità ed anche un potenziale unico per sviluppare percorsi innovativi e nuovi prodotti. Si pensa, oltre che alle evidenze dei luoghi di culto più conosciuti come lo stesso Miracolo Eucaristico di Lanciano, città nella quale siamo ospiti, ma agli eremi, alla montagna Sacra (la Maiella), a quella di San Gabriele (il Gran Sasso), ai Giubilei abruzzesi, ecc..

Però in tutti questi casi è evidente la necessità di poter disporre di strutture ricettive specializzate, di materiale informativo, di personale qualificato non solo nelle varie fasi della comunicazione e della commercializzazione, ma anche e soprattutto dell’accoglienza e dell’ospitalità.
Non è raro che nella ns. regione molte evidenze storiche, architettoniche e religiose siano non praticabili o chiuse alla visita.

In questo senso, lodevole è stata l’iniziativa, che dovrebbe essere condivisa, ripetuta ed estesa sul tutto il territorio regionale oltre che temporalmente, di “Chiese aperte” curata dell’associazione “Terzo Millennio Onlus” della curia Arcivescovile dell’Aquila in occasione dell’apertura della Porta Santa. Si dovrebbe investire di più su queste azioni di volontariato in modo da renderle sistematiche ed integrate nell'offerta.

Non si può poi trascurare che molti turisti religiosi o pellegrini appartengono a ceti meno abbienti, oppure a classi d’età con minore disponibilità di reddito come i giovani, gli anziani o i diversamente abili.

Nel 2009, a questo proposito, dovrebbero finalmente partire i “buoni vacanza” che potrebbero rappresentare una forte azione di stimolo al fenomeno e che non ci deve trovare impreparati.

Vi sono, dunque, in Abruzzo luoghi e percorsi cosiddetti “minori” che potrebbero contribuire in maniera significativa alla crescita socio-culturale ed economica del nostro territorio; e lo stimolo viene da queste, relativamente nuove, manifestazioni specializzate, come questa di Lanciano, che mettono a contatto offerta e domanda dello specifico segmento.

In effetti, a livello nazionale, cresce l’interesse per il turismo religioso e, l’eredità di Itinera, antica fiera del turismo religioso, viene attualmente arricchita, non solo da questa manifestazione, ma anche da Aurea di Foggia e da quella di Oropa.

Ben vengano questi “laboratori” se consentono, all’offerta abruzzese, di crescere e di adeguare i servizi, nel tentativo costante di commercializzare forse un prodotto ancora tutto da assemblare.

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