Sembra che stia nascendo un progetto di promozione turistica che vede l’Italia, la Francia e la Spagna insieme per conquistare i turisti di tutto il mondo.
Secondo Voi l’idea può essere buona o va archiviata come la solita boutade?
Iniziamo a riflettere sull’esistenza di un prodotto da “vendere”.
La fantasia ci potrebbe indurre a pensare a possibili itinerari del vino, tutti e tre i Paesi hanno una forte produzione enologica; oppure ad itinerari romanici (l’impero ha lasciato le sue tracce in tutta Europa), ed altro ancora; ma si tratta di prodotti da costruire prima di pensare a promuoverli.
Personalmente riesco ad individuare due soli prodotti turistici esistenti: quello degli itinerari o cammini della fede (turismo religioso) e il tour delle capitali europee (cultura e divertimento) - si accettano suggerimenti.
Comunque, entrambi sono confezionati e distribuiti, ma con organizzazione e destinazioni differenti secondo il mercato e il target di riferimento.
I possibili itinerari del progetto in questione dovrebbero escludere il mercato interno (italiano, francese e spagnolo). Pensate sia proponibile un itinerario composto dalle capitali (Roma, Parigi e Madrid) agli italiani o ai francesi o agli spagnoli?
Chi non conosce la sua capitale e poi, tra gli europei quanti non hanno visitato almeno una volta le destinazioni coinvolte? E ancora se si volesse proporre un approfondimento di queste destinazioni, di quanti giorni dovrebbe essere il tour, considerato il fenomeno in atto di riduzione della durata dei soggiorni?
Si pone, quindi, un’altro interrogativo: su quali mercati distribuire e vendere questi prodotti?
La risposta è intuitiva si tratta di cercare di acquisire nuovi clienti su nuovi mercati realizzando una partnership orizzontale.
Nella nostra ipotesi i mercati dovrebbero essere differenti a seconda del prodotto.
Il tour delle capitali dovrebbe puntare su quei mercati che non hanno una cultura o origini europee. Si può pensare all’Asia con la Cina in testa; mentre gli itinerari religiosi dovrebbero far riferimento ai Paesi di religione cattolica o che in qualche modo si richiamano o conoscono il cristianesimo.
Il piano operativo che si sta predisponendo dovrebbe poi coinvolgere i T.O., anzi non può prescindere dalla loro partecipazione perché non ha senso promuovere itinerari che non esistono sullo “scaffale” del dettagliante. A meno che non si vogliano creare itinerari “virtuali” su depliant, guide, ecc. riproposti anche on line e supportati da una campagna pubblicitaria senza senso, come speso accade da parte dei soggetti pubblici.
La riuscita del progetto parte proprio dalla disponibilità degli operatori che già vendono un prodotto simile in modo che si realizzi una offerta pensata per i consumatori di riferimento che poi venga distribuita sui mercati obiettivo.
Si potrebbe argomentare che l’idea riguarda solo una politica di marca, ma in questo caso il brand Italia è forte ed è ricco di contenuti positivi e lo sono altrettanto anche i marchi degli altri due paesi che poi rappresentano i nostri diretti concorrenti (cfr. Post sul brand). Lo stesso Presidente dell’ENIT recentemente ha affermato che “il brand Italia è più famoso di quello della Coca Cola”.
Una azione di co-branding è in pensabile. Una partnership orizzontale è di solito usata nel caso di marchi complementari o non concorrenti e, se l’ipotesi e questa, si rischia di creare confusione nel consumatore anche in quello cinese. Il monitoraggio dell’ENIT rileva che anche in questo Paese il brand italiano è conosciuto: “la Cina, sembrerebbe … interessata al nostro Paese sia per le città d'arte che per il segmento crociere e gastronomia”.
Di conseguenza, si può ipotizzare solo un accordo di co-marketing riguardante:
- la creazione di nuovi prodotti o l’innovazione degli esistenti;
- la messa in comune dei canali distributivi;
- la comunicazione dei nuovi prodotti realizzati.
L’idea, così puntualizzata, potrebbe avere una sua efficacia, ma anche far correre molti rischi all’economia turistica italiana. Se il 40-50% di tutte le transazioni di viaggio avvengono on line e il sito Italia.it è in standby sicuramente le azioni congiunte potrebbero avere una efficacia minore per il nostro Paese.
Pensate ad una azione di Web marketing o anche di pubblicità tradizionale che reclamizzi l’URL del sito nel quale visualizzare l’offerta complessiva, effettuare la prenotazione e concludere la transazione.
Secondo Voi l’idea può essere buona o va archiviata come la solita boutade?
Iniziamo a riflettere sull’esistenza di un prodotto da “vendere”.
La fantasia ci potrebbe indurre a pensare a possibili itinerari del vino, tutti e tre i Paesi hanno una forte produzione enologica; oppure ad itinerari romanici (l’impero ha lasciato le sue tracce in tutta Europa), ed altro ancora; ma si tratta di prodotti da costruire prima di pensare a promuoverli.
Personalmente riesco ad individuare due soli prodotti turistici esistenti: quello degli itinerari o cammini della fede (turismo religioso) e il tour delle capitali europee (cultura e divertimento) - si accettano suggerimenti.
Comunque, entrambi sono confezionati e distribuiti, ma con organizzazione e destinazioni differenti secondo il mercato e il target di riferimento.
I possibili itinerari del progetto in questione dovrebbero escludere il mercato interno (italiano, francese e spagnolo). Pensate sia proponibile un itinerario composto dalle capitali (Roma, Parigi e Madrid) agli italiani o ai francesi o agli spagnoli?
Chi non conosce la sua capitale e poi, tra gli europei quanti non hanno visitato almeno una volta le destinazioni coinvolte? E ancora se si volesse proporre un approfondimento di queste destinazioni, di quanti giorni dovrebbe essere il tour, considerato il fenomeno in atto di riduzione della durata dei soggiorni?
Si pone, quindi, un’altro interrogativo: su quali mercati distribuire e vendere questi prodotti?
La risposta è intuitiva si tratta di cercare di acquisire nuovi clienti su nuovi mercati realizzando una partnership orizzontale.
Nella nostra ipotesi i mercati dovrebbero essere differenti a seconda del prodotto.
Il tour delle capitali dovrebbe puntare su quei mercati che non hanno una cultura o origini europee. Si può pensare all’Asia con la Cina in testa; mentre gli itinerari religiosi dovrebbero far riferimento ai Paesi di religione cattolica o che in qualche modo si richiamano o conoscono il cristianesimo.
Il piano operativo che si sta predisponendo dovrebbe poi coinvolgere i T.O., anzi non può prescindere dalla loro partecipazione perché non ha senso promuovere itinerari che non esistono sullo “scaffale” del dettagliante. A meno che non si vogliano creare itinerari “virtuali” su depliant, guide, ecc. riproposti anche on line e supportati da una campagna pubblicitaria senza senso, come speso accade da parte dei soggetti pubblici.
La riuscita del progetto parte proprio dalla disponibilità degli operatori che già vendono un prodotto simile in modo che si realizzi una offerta pensata per i consumatori di riferimento che poi venga distribuita sui mercati obiettivo.
Si potrebbe argomentare che l’idea riguarda solo una politica di marca, ma in questo caso il brand Italia è forte ed è ricco di contenuti positivi e lo sono altrettanto anche i marchi degli altri due paesi che poi rappresentano i nostri diretti concorrenti (cfr. Post sul brand). Lo stesso Presidente dell’ENIT recentemente ha affermato che “il brand Italia è più famoso di quello della Coca Cola”.
Una azione di co-branding è in pensabile. Una partnership orizzontale è di solito usata nel caso di marchi complementari o non concorrenti e, se l’ipotesi e questa, si rischia di creare confusione nel consumatore anche in quello cinese. Il monitoraggio dell’ENIT rileva che anche in questo Paese il brand italiano è conosciuto: “la Cina, sembrerebbe … interessata al nostro Paese sia per le città d'arte che per il segmento crociere e gastronomia”.
Di conseguenza, si può ipotizzare solo un accordo di co-marketing riguardante:
- la creazione di nuovi prodotti o l’innovazione degli esistenti;
- la messa in comune dei canali distributivi;
- la comunicazione dei nuovi prodotti realizzati.
L’idea, così puntualizzata, potrebbe avere una sua efficacia, ma anche far correre molti rischi all’economia turistica italiana. Se il 40-50% di tutte le transazioni di viaggio avvengono on line e il sito Italia.it è in standby sicuramente le azioni congiunte potrebbero avere una efficacia minore per il nostro Paese.
Pensate ad una azione di Web marketing o anche di pubblicità tradizionale che reclamizzi l’URL del sito nel quale visualizzare l’offerta complessiva, effettuare la prenotazione e concludere la transazione.
6 commenti:
Artiolo apparso su TTG del 12/02/2009 14.38
Pasi a Brambilla: "Nessun patto con Francia e Spagna"
"L'idea di una trilaterale del turismo tra Italia, Francia e Spagna per affrontare la crisi è qualcosa che può nascere solo vedendo il mondo dal deserto di Dubai". Così, l'assessore al Turismo dell'Emilia Romagna, Guido Pasi, risponde al sottosegretario al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, che ha anticipato un accordo di collaborazione tra questi tre Paesi che dovrebbe essere presentato giovedì prossimo a Milano in apertura della Bit. "Ci pare singolare - spiega Pasi - che nel pieno di una grave crisi, che investirà nel 2009 anche il turismo, si pensino simili strategie con Paesi che sono nostri concorrenti in molti mercati della vacanza. Inviterei il sottosegretario Brambilla - aggiunge l'assessore Pasi - ad evitare simili improvvisazioni che ci stupiscono"
Articolo apparso su Italian Network del 17/02/2009 "ECONOMIA ITALIANA -TURISMO - ACCORDO FRA GOVERNI TRA ITALIA, FRANCIA E SPAGNA"
Individuare sinergie che siano più idonee a fronteggiare una crisi economica che rischia di penalizzare i flussi turistici in Europa: è quanto si propongono di sviluppare Italia Francia e Spagna con la firma di un apposito accordo le cui linee e piani di interventi saranno chiari nei prossimi giorni con la presentazione alla BIT del relativo protocollo d’intesa.
Dunque, una comune strategia volta ad una maggiore e più strutturata promozione del turismo in Europa.
Parteciperanno alla presentazione le autorità di governo, responsabili del comparto turistico dei rispettivi Paesi, nelle persone di Hervé Novelli, Sottosegretario di Stato incaricato per il turismo, per la Francia, Joan Mesquida Ferrando, Sottosegretario di Stato con delega al turismo, per la Spagna e Michela Vittoria Brambilla, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche di sviluppo e competitività del turismo, per l’Italia.
Fra i tre governi vi è anche la determinazione a promuovere insieme un nuovo progetto che riunisca le eccellenze di questi tre grandi Paesi in un unico sistema d’offerta che vada incontro soprattutto alle esigenze del turismo proveniente da altri continenti.(17/02/2009-ITL/ITNET)
Scoperta la vera motivazione del patto: "la sottoscrizione dell'accordo e' solo il primo passo perche' ora bisogna fare pressing sulle autorita' di Bruxelles nel tentativo di convincere l'Ue ad adottare normative che possano rafforzare la politica dell'Europa a tutela e per la valorizzazione di questo importante settore dell'economia".
Serve per chiedere soldi all'UE
Articolo apparso su TTG del 31.03.09: Si presenta a Parigi il brand dell'intesa Italia-Francia-Spagna
Domani al salone del turismo 'Rendez-vous en France 2009' di Parigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, presenterà il nuovo marchio che unirà in una strategia di promozione turistica comune Italia, Francia e Spagna. Accanto a lei, il sottosegretario di Stato francese incaricato per il Turismo, Hervé Novelli, e Joan Mesquida Ferrando, sottosegretario di Stato spagnolo al Turismo. Obiettivo dell'iniziativa è quello di offrire prodotti turistici in grado di attirare nei tre Paesi nuovi flussi provenienti da quelle aree intercontinentali che stanno aprendosi al turismo. Una strategia fortemente voluta da Brambilla che aprirà nuove opportunità di mercato ai tre Paesi che tradizionalmente rappresentano l'anima mediterranea del turismo europeo. Nel corso della conferenza stampa di domani verrà presentato il brand del progetto che unirà le iniziative dei tre Governi nella promozione e nel comarketing.
SIAMO VERAMENTE ALLA FOLLIA!!!
NASCE UN BRAND CHE NON RAPPRESENTA NULLA. NON E' L'EUROPA, NON E' LA FRANCIA, NON E' L'ITALIA, NON E' LA SPAGNA.
CON QUESTE PRENESSE E' DIFFICILE PENSARE AL RITORNO DI UN MINISTERO DEL TURISMO.
Hervé Novelli, sottosegretario al turismo ha comunicato che per iniziare il progetto è stato messo a disposizione un milione di euro.
Un milione per diffondere un nuovo logo che riporta i nomi dei tre Stati. Saranno realizzate campagne pubblicitarie comuni e predisposti pacchetti destinati ai mercati di lungo raggio, in una prima fase Cina, India, Russia, Brasile Argentina e Messico.
Tre sono i settori di intervento individuati: il turismo urbano, l'enogastronomia e il patrimonio artistico-culturale, con l'idea di aggiungere in seguito Mediterraneo e turismo religioso.
Nelle prossime settimane un centinaio di tour operator si metterà al lavoro per confezionare pacchetti che andranno a confluire in un catalogo.
Mentre il Dipartimento si impegna ad effettuare una rilevante attività promozionale sui mercati orientali, mancano voli diretti sulla Cina, sull'India e sulla Corea. Lo rileva lo stesso Sottosegretario al turismo (cfr. articolo del 17.04.09 su Guida Viaggi)
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