La riflessione prende spunto da due recenti articoli, il primo quello apparso su Turismo e Finanza che sostiene il restyling del sito Italia.it con una filosofia non solo di promozione, ma anche di commercializzazione (marketplace) e l’altro su ItaliaOggi, del 20 ottobre, che annuncia la ristrutturazione del portale regionale della Liguria con una logica social network. “Come accade su Facebook … nel portale ligure sono previsti anche un blog e un canale con grafica 3D per presentare aspetti virtuali”.
Il sito Italia.it, scomparso dal Web a gennaio di quest’anno, ma ancora oggi visibile grazie al clone realizzato da un blogger, dovrebbe cambiare nome ed essere ri-progettato con una versione 2.0 che peveda un marketpalce .
L’idea di allestire una attività di e.commerce e/o e.ticketing è vecchia ma non ancora superata. Gia nel 2004, in fase di progettazione del sito, era stata annunciata e, se non ricordo male, era stata acquisita anche la piattaforma di Tiscover.
Si prevedeva la nascita di un soggetto gestore ed era circolata anche la voce del fee da applicare (12%) e poi ripensata dopo le critiche degli operatori dell’intermediazione che sostenevano una concorrenza sleale nei loro confronti.
Successivamente, è stata istituita una apposita Commissione Interministeriale che si doveva occupare di risolvere il problema.
La presenza in rete con una semplice vetrina non è più pensabile anche se i soggetti pubblici devono affrontare l’argomento commerciale non in maniera dirigista, ma condividendo le scelte con gli operatori e facendoli partecipare al business o meglio, lasciandolo a loro.
Questo significa che occorre mettere in campo tutte le possibili opzioni. Dalla semplice presenza on line dell’Annuario delle strutture ricettive con link ed e.mail agli esercizi, a motori di ricerca, collegati con l’offerta dei T.O. italiani ed esteri che fanno incoming, che siano in grado di offrire tutti i prodotti commercializzati, senza dimenticare di coinvolgere le Web Agency (prenotazione on line).
Oggi, il primo organismo che palesa il proprio dissenso solo sulla base delle notizie apparse sulla stampa è Assotravel che non condivide “affatto che si realizzi con i soldi pubblici un portale finalizzato alla commercializzazione diretta del prodotto turistico”.
Per essere propositivi la presenza on line del turismo italiano non dovrebbe prescindere dall’esistente e cioè, dal sito dell’Agenzia per il turismo ENIT e da quelli degli Enti di promozione turistica o delle stesse Regioni. Di conseguenza, sarebbe meglio investire sull’implementazione e coordinamento di questi, più che realizzarne uno nuovo abbandonando anche i progetti di integrazione presentati dalle Regioni e approvati dal competente Dipartimento che erroneamente vengono presentati come rivolti esclusivamente alla fornitura di contenuti.
E’ ancora valido quel concetto di portale portato avanti a fatica nella scorsa legislatura dal Coordinamento delle Regioni e che alla fine il Dipartimento aveva accettato.
Ora sembra che tutto venga rimesso in discussione tornado la vecchia idea di semplice sito vetrina con una sezione dedicata all’e.commerce, dimenticando anche l’evoluzione sociale del Web.
Prima ancora della sua uscita già qualcuno ipotizzava Italia.it con una piattaforma di blogging e social network oggi, non se ne parla mentre i siti turistici delle Regioni si adeguano (cfr. Liguria).
“Da Facebook a Twitter, da FriendFeed a Tumblr, la sfida per conquistare il tempo e l’attenzione di quanti vivono intensamente la Rete è sempre più serrata”.
Occorre poi considerare che il sito o portale che sia, una volta messo on line, bisogna gestirlo e allora non si comprende il motivo di un accentramento che non rispetterebbe neanche la Carta Costituzionale. Perché non coinvolgere direttamente i soggetti pubblici e privati che operano nel turismo?
Una presentazione on line indica gli errori da non ripetere individuati dalla blogosfera.
Il sito Italia.it, scomparso dal Web a gennaio di quest’anno, ma ancora oggi visibile grazie al clone realizzato da un blogger, dovrebbe cambiare nome ed essere ri-progettato con una versione 2.0 che peveda un marketpalce .
L’idea di allestire una attività di e.commerce e/o e.ticketing è vecchia ma non ancora superata. Gia nel 2004, in fase di progettazione del sito, era stata annunciata e, se non ricordo male, era stata acquisita anche la piattaforma di Tiscover.
Si prevedeva la nascita di un soggetto gestore ed era circolata anche la voce del fee da applicare (12%) e poi ripensata dopo le critiche degli operatori dell’intermediazione che sostenevano una concorrenza sleale nei loro confronti.
Successivamente, è stata istituita una apposita Commissione Interministeriale che si doveva occupare di risolvere il problema.
La presenza in rete con una semplice vetrina non è più pensabile anche se i soggetti pubblici devono affrontare l’argomento commerciale non in maniera dirigista, ma condividendo le scelte con gli operatori e facendoli partecipare al business o meglio, lasciandolo a loro.
Questo significa che occorre mettere in campo tutte le possibili opzioni. Dalla semplice presenza on line dell’Annuario delle strutture ricettive con link ed e.mail agli esercizi, a motori di ricerca, collegati con l’offerta dei T.O. italiani ed esteri che fanno incoming, che siano in grado di offrire tutti i prodotti commercializzati, senza dimenticare di coinvolgere le Web Agency (prenotazione on line).
Oggi, il primo organismo che palesa il proprio dissenso solo sulla base delle notizie apparse sulla stampa è Assotravel che non condivide “affatto che si realizzi con i soldi pubblici un portale finalizzato alla commercializzazione diretta del prodotto turistico”.
Per essere propositivi la presenza on line del turismo italiano non dovrebbe prescindere dall’esistente e cioè, dal sito dell’Agenzia per il turismo ENIT e da quelli degli Enti di promozione turistica o delle stesse Regioni. Di conseguenza, sarebbe meglio investire sull’implementazione e coordinamento di questi, più che realizzarne uno nuovo abbandonando anche i progetti di integrazione presentati dalle Regioni e approvati dal competente Dipartimento che erroneamente vengono presentati come rivolti esclusivamente alla fornitura di contenuti.
E’ ancora valido quel concetto di portale portato avanti a fatica nella scorsa legislatura dal Coordinamento delle Regioni e che alla fine il Dipartimento aveva accettato.
Ora sembra che tutto venga rimesso in discussione tornado la vecchia idea di semplice sito vetrina con una sezione dedicata all’e.commerce, dimenticando anche l’evoluzione sociale del Web.
Prima ancora della sua uscita già qualcuno ipotizzava Italia.it con una piattaforma di blogging e social network oggi, non se ne parla mentre i siti turistici delle Regioni si adeguano (cfr. Liguria).
“Da Facebook a Twitter, da FriendFeed a Tumblr, la sfida per conquistare il tempo e l’attenzione di quanti vivono intensamente la Rete è sempre più serrata”.
Occorre poi considerare che il sito o portale che sia, una volta messo on line, bisogna gestirlo e allora non si comprende il motivo di un accentramento che non rispetterebbe neanche la Carta Costituzionale. Perché non coinvolgere direttamente i soggetti pubblici e privati che operano nel turismo?
Una presentazione on line indica gli errori da non ripetere individuati dalla blogosfera.
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