Va di moda in Abruzzo fare il piano di marketing turistico. Ha iniziato la Regione con quello del 1998-2000, al quale ho avuto il piacere di collaborare, e poi, quest’anno la
Provincia di Pescara ha presentato quello per il 2008-2010 e si apprende dalla stampa che anche la Provincia di Teramo sta predisponendo il suo. E’ giusto e corretto coordinare e programmare le azioni da intraprendere sulla base di una analisi della situazione e secondo gli obiettivi stabiliti, ma spesso quello che viene fatto passare per piano di marketing non lo è.
L’articolo della
C. Rosati - “Marketing, calendario eventi e sportello Iat: quanti ritardi” – San Benedetto Oggi ne è un esempio.
Dall’articolo si legge “
il piano marketing, già concordato in inverno tra operatori turistici e Comune, è uno studio del profilo del turismo martinsicurese, delineando gusti, necessità e bisogni del villeggiante per proporre servizi mirati e migliorare quelli già esistenti”. Allora non è un piano di MKT ma una indagine sulla domanda e la critica che l’artcolo riporta non è corretta quando sostiene che “
se il piano mira a studiare i flussi turistici e le esigenze dei bagnanti a Martinsicuro, avviarlo ormai a luglio inoltrato significherebbe forse sacrificare un paio di mesi ormai trascorsi e ignorare dati preziosi che invece sarebbero potuti essere utilizzati”.
Perché l’affermazione è errata?
Per chi ha frequentato le lezioni la soluzione dovrebbe essere veloce e spontanea!
Se vi siete dati una risposta proseguite pure la lettura del post e cercate di affinarla con le seguenti ulteriori domande.
Se l’obiettivo della ricerca è quello di conoscere le caratteristiche del turista che frequenta la stazione balneare di Martinsicuro, qual è il periodo dell’anno migliore per svolgere l’indagine? Chi sono i soggetti che intervistereste? Qual è il campione migliore?
Tornado agli strumenti di programmazione provinciale, sarcasticamente possiamo dire che un piano non si nega a nessuno, ma chiediamoci: perché si predispongo questi documenti?
La soluzione potrebbe essere semplice se ricordiamo quanto è stato detto a proposito dei
policy maker. Ma per rispondere più a tono rivedete le slide EIT 12,13 e 14 oppure ascoltate le lezioni del Prof. G. Peroni nella sezione “Per approfondire e ripassare on line”, altrimenti per un “aiutino” più veloce leggetevi la voce “marketing" su
Wikipedia : “
Marketing significa letteralmente "piazzare sul mercato" e comprende quindi tutte le azioni aziendali riferibili al mercato destinate al piazzamento di prodotti, considerando come finalità il maggiore profitto e come causalità la possibilità di avere prodotti capaci di realizzare tale operazione”.
Ma le Province abruzzesi si possono considerare dei prodotti turistici?
Come abbiamo visto a lezione, il turista non individua i confini territoriali degli Enti Locali e spesso neanche delle Regioni (esempio classico: la Toscana) e allora hanno senso questi strumenti?
La risposta può essere positiva ed è contenuta sempre su Wikipedia proseguendo la lettura della voce in argomento, quando definisce il marketing territoriale, ma deve essere negativa quando trattiamo il marketing turistico e cioè di un prodotto turistico o di una destinazione da “vendere”.
Propongo un ulteriore esercizio e poi concludo. Se il piano di marketing regionale che avete studiato individua dei distretti è corretto che il paino di MKT provinciale, pur sostenendo che “
è in sintonia con le linee guida della Regione Abruzzo” proponga dei sub-distretti? E che consideri l’area metropolitana, l’unica veramente in “linea” con i
cluster regionali, senza i Comuni di Silvi, da una parte e di San Giovanni Teatino, Chieti e Francavilla dall’altra?
E poi chi farà il piano di MKT della destinazione di Passolanciano che insiste su due province?