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mercoledì 6 febbraio 2008

Inaugurazione dell’anno giudiziario 2008.


Il 5 febbraio ha avuto luogo la cerimonia nella quale il Presidente della Corte dei conti dott. Tullio Lazzaro, ha svolto la relazione sull’attività della Corte dei conti nel 2007 di cui si riportano alcuni passaggi.

L’organizzazione della Repubblica vive un momento di diffuso malessere ed incertezza. Assistiamo per tanti aspetti al crescere confuso di strutture, di modelli amministrativi, di sovrapposizioni di competenze tra amministrazioni centrali e enti locali, disarmonicità, conflitti irrisolti.

Il denaro pubblico costituito da quanto viene versato da tutti i cittadini attraverso l’imposizione fiscale è bene primario della collettività perché è strumento e, al contempo, limite per ogni utilità sociale: dalla sanità, all’istruzione, alla difesa, allo sviluppo economico.

Alla Corte spetta dare al cittadino garanzia che quanto gli viene imposto di destinare ai bisogni collettivi lo sia in base ed in conformità alla legge; che quanto viene erogato lo sia secondo criteri di sana amministrazione così che da ogni spesa possa trarsi realmente il massimo di utilità possibile.

Risulta che nel periodo 2001 – 2006 vi sono state riparazioni spontanee prima della fase dibattimentale pari ad oltre 50 milioni e 683 mila euro e in corso di dibattimento, ma prima della sentenza, per un importo di oltre 19 milioni e 874 mila euro.
Nello stesso periodo risultano emesse sentenze definitive di condanna per un importo incassabile di oltre 487 milioni di euro.
In merito alle irregolarità e frodi a danno del bilancio comunitario si registra, nel 2006, un forte incremento, rispetto all’anno precedente, degli importi del bilancio comunitario da recuperare per le irregolarità e frodi accertate di cui il 99,13% relative ai fondi strutturali e lo 0,87% per il FEOGA – G. Tale incremento supera di quasi il doppio gli importi segnalati nel 2005 e è riconducibile, in via prevalente, ad irregolarità e frodi nel FESR sui programmi nazionali gestiti dal Ministero dello sviluppo economico.
Per i programmi regionali è prevalente la concentrazione delle irregolarità e frodi nelle regioni meridionali non solo a danno del FESR, ma anche a danno del FSE, e dello SFOP e del FEOGA-O, nel cui ambito si è verificato un preoccupante incremento e causa di rilevanti importi da recuperare in Sicilia (per più di 24 milioni di euro), in Campania (per più di 12 milioni di euro) ed in Basilicata (per più di 2.500.000). Nei casi accertati nel 2004, il 78% circa ha avuto ad oggetto fondi della programmazione 1994-1999, più del 7% si riferisce ai programmi 1988-1993 e solo il 15% a fondi della programmazione 2000-2006. Invece, nei casi accertati nel 2005, quasi il 38% ha avuto ad oggetto la programmazione 2000-2006, percentuale che ha raggiunto il 44% nel 2006. Ciò sta a significare che considerevoli risorse comunitarie continuano ad essere sottratte alle finalità programmate perché soggette ad irregolarità e frodi. Il fenomeno desta preoccupazione considerato che la nuova programmazione, quanto meno con riguardo ai Fondi strutturali ed assistita da modalità e strumenti di controllo molto più incisivi quali quelli previsti dai Regg. 1260/99 e 438/01.

Sono stati evidenziati alcuni casi esemplari di cattiva gestione delle risorse, che vanno dai maggiori costi e dall’inappropriatezza della gestione straordinaria dell’emergenza rifiuti – criticando in particolare l’uso che si è fatto dello strumento del commissario straordinario con la conseguente deresponsabilizzazione degli enti locali -, alla mancata liquidazione degli enti inutili, alla scarsa trasparenza delle operazioni di cartolarizzazione, associata al sostanziale mancato conseguimento di migliorare l’efficienza delle gestioni.

Le verifiche condotte dalla Corte fanno emergere l’inadeguatezza della politica dei redditi nel settore pubblico così come impostata fino ad oggi: la dinamica delle retribuzioni supera sistematicamente gli obiettivi programmatici di volta in volta prefissati. Un insieme di molteplici distorsioni concorre a questo risultato negativo: … il dilagare di contratti a termine; l’aumento di posizioni dirigenziali nelle riorganizzazioni di amministrazioni centrali e locali, proprio mentre entrambe perdono funzioni di gestione diretta di risorse.
Un altro esempio negativo è quello della formazione di debito implicito e di altre gravi distorsioni gestionali legate alla creazione di società pubbliche – soprattutto locali, ma non solo –spesso senza trasferire in tali società il personale delle amministrazioni pubbliche che originariamente gestiva il servizio. Non poche volte, peraltro, tali società sono costituite allo scopo, non già di accrescere l’efficienza gestionale, ma solo di eludere i vincoli del patto di stabilità interno o di fare nuove assunzioni senza concorsi.

Un segnale particolarmente significativo, emerso dai controlli in questione, è la crescente propensione delle Amministrazioni locali ad affidare a terzi la gestione dei servizi e delle attività strumentali all’esercizio di funzioni amministrative (c.d. esternalizzazione) con conseguenze destinate a mutare la fisionomia degli enti territoriali che da enti tradizionalmente portati alla gestione diretta tendono a muoversi come soggetti regolatori dei servizi. Non sempre, però, le scelte in tale direzione sono state organicamente inserite in processi di programmazione e precedute da un’attenta valutazione economica in termini di costi-benefici, così come non sempre l’operazione che ne è conseguita ha sortito esiti coerenti con gli obiettivi, voluti dalla legge, di contenimento della spesa o di miglioramento dell’efficienza gestionale.

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