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martedì 15 dicembre 2009

Un viaggio sotto l’albero


La novità di questa stagione proviene dalla Francia ed è un nuovo modo di vendere i soggiorni. Confezionati in eleganti cofanetti regalo, dietro l’apparenza di oggetti dal design elegante, nascondono viaggi per tutti i gusti distribuiti anche attraverso la grande distribuzione e le librerie.

Secondo l'osservatorio Amadeus questi viaggi ben impacchettati, tematizzati, curati nei dettagli e pronti per l’uso stanno incontrando il favore del pubblico italiano. Sembra che le vendite dei cofanetti, da scartare sotto l'albero di Natale o in altre occasioni, registrino aumenti del 15% sul 2008, con un più 9% anche dei voucher.
Nel “box”, così si chiama la scatola, si trova un voucher (rinominato assegno regalo) per brevi soggiorni da passare con un amico o con la ragazza in posti diversi dal solito e una guida.

L'acquisto si può effettuare direttamente on line, presso i centri commerciali, nelle librerie o nelle agenzie di viaggio. Ad esempio lo Smartbox è venduto anche in alcune filiali di Auchan, La Rinascente, Media World, Saturn, Trony, Unieuro, Conad Leclerc, da alcune Librerie Mondadori e Feltrinelli, dal TCI, da Buffetti e da diverse agenzie.

Il gruppo Smartbox, leader europeo di questo genere di vendita, ha sviluppato l’idea dei cofanetti tematici prima in Francia, successivamente in Belgio ed Olanda, per poi entrare anche in Gran Bretagna, Irlanda, Spagna, Svizzera, Portogallo, Italia, Germania, Svezia e Danimarca. E’ anche presente negli Stati Uniti, Canada, Giappone e presto sarà in Brasile.
Nel 2007, il gruppo Smartbox ha distribuito sul mercato più di 2 milioni di cofanetti regalo.

Sempre in Francia nasce Regalbox dall'esperienza della più importante azienda francese di buoni regalo Lebonkado. L'innovazione di prodotto e dei canali di distribuzione viene successivamente ripresa da diversi operatori italiani e oggi anche da un TO abruzzese: Narramondo di Giulianova.

Il cofanetto regalo denominato “Abruzzo PresentOso” contiene un pacchetto weekend di 2 notti per 2 persone, valido tutto l’anno, a scelta tra 12 località abruzzesi, a ciascuna delle quali è associato un omaggio tipico abruzzese. Il prodotto è composto da 12 confezioni con schede tematiche collegate alle 12 destinazioni proposte.

venerdì 11 dicembre 2009

Primo successo della lobby dei balneatori

La Commissione Europea rinvia di sei anni (al 31.12.2015) la scadenza della procedura di infrazione a carico dell'Italia accogliendo le richieste di proroga presentate dal Governo.

Lo afferma il membro italiano della decima Commissione Permanente dell'Industria, Commercio e Turismo.

martedì 1 dicembre 2009

Categoria a rischio estinzione: balneatori.


Oltre 5.000 imprenditori balneari sono attesi per il 1° dicembre a Roma presso l'Auditorium di S. Cecilia in via della Conciliazione n. 4 per l'Assemblea Generale. Gli operatori attendevano “precisi impegni da parte del Governo, ne va della stessa sopravvivenza del turismo italiano” e mette “in pericolo 28.000 imprese, 400.000 posti di lavoro, l'integrità ambientale delle coste ma, soprattutto, la stessa immagine turistica dell'Italia”.

Realmente gli stabilimenti balneari non sono altro che una delle componenti di una delle tipologie del turismo, quella balneare tradizionale. Esistono tante altre forme di turismo a cominciare dallo sci invernale che tra breve inizierà la sua stagione. E’ pur vero però che senza di essi è difficile proporre e vendere il turismo mare.
Ma se la preoccupazione degli imprenditori della spiaggia è quella della “sopravvivenza del turismo” o dell’integrità ambientale o ancora dell’immagine possono da subito riconsegnare le concessioni in modo da consentire alle Amministrazioni pubbliche di procedere per tempo alle nuove assegnazioni in modo che per la prossima stagione estiva tutto sia pronto.

A prescindere dalla provocazione, la lobby dei balneatori è di nuovo sul piede di guerra paventando la chiusura di circa 13.000 imprese del settore (cfr. comunicato stampa FIB – ma quante sono?). Dopo le periodiche lotte per stabilire i canoni demaniali, oggi scendono in campo per recuperare il “diritto di insistenza” che è stato dichiarato incompatibile con la normativa europea (cfr. procedura di infrazione n. 2008/4908). Già oggi, il contrasto tra la normativa statale (rinnovi sessennali automatici) e l'ordinamento comunitario, comporta la disapplicazione della disciplina nazionale e impone l'obbligo di tale disapplicazione non solo ai giudici, ma anche a tutti gli organi dello Stato comprese le più diverse Autorità Amministrative.

L’allarme della chiusura di migliaia di imprese risulta pretestuoso poiché vige un altro principio di preferenza che non è stato impugnato e cioè, la tutela dell'ambiente costiero che secondo l'art. 37 del cod. nav., così come novellato dalla legge 494/1993, nel caso di nuove concessioni turistico-ricreative, occorre assegnare preferenza, alle richieste "che importino attrezzature non fisse e completamente amovibili". Di conseguenza, se in passato le assegnazioni sono avvenute nel rispetto della suddetta preferenza non c’è da preoccuparsi verranno ri-assegante agli stessi soggetti poiché solo in caso mancanza di ragioni di preferenza, il rilascio della concessione avviene a chi offre il canone annuo maggiore. E se poi, malauguratamente le concessioni non dovessero essere rinnovate agli stessi soggetti, saranno altre imprese ad ottenerle e quindi, a far si che le spiagge non rimangano “deserte” e che si rispetti la “ratio” della demanialità è cioè la conservazione dell’uso pubblico cui il bene è destinato.

Il diritto di insistenza consisteva nell’interesse dei concessionari, ad essere preferiti, alla scadenza della concessione, ad altri aspiranti nella scelta del nuovo concessionario. L’ordinamento giuridico italiano considerava la posizione di colui che già si trova in una determinata situazione e che, quindi, avrebbe potuto patire un nocumento dal venir meno della concessione.
La pretesa che però deve essere espressamente riconosciuta dalla legge o dall'autonomia contrattuale delle parti (cfr. Sez. V, 9 dicembre 2002, n. 6764; 27 ottobre 2000 n. 5743), non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra un limite nella discrezionalità dell'amministrazione (cfr. Sez. IV, 29 novembre 2000, n. 6321; Sez. IV, 1° ottobre 1993, n. 817).
In altre parole, se la normativa di assegnazione non la prevede espressamente il diritto non può essere fatto valere ovvero se la licitazione privata di assegnazione non considera il diritto in argomento, esso non è esercitatile.

Nel tempo e con la delega delle competenze, prima dallo Stato alle Regioni e poi ai Comuni, il diritto di insistenza previsto dall'art. 37 codice della navigazione è stato diversamente recepito nei vari ordinamenti.

Vivendo in una città di mare, è da bambino che frequento gli stabilimenti balneari ed ho avuto modo di conoscere i genitori ed i nonni di alcuni degli attuali “balneatori”, così come il praticantato e poi, l’esercizio, seppur breve, della professione di Dottore Commercialista mi ha consentito di conoscere le cosiddette “vendite” di alcune concessioni.
Grazie al rinnovo tacito o automatico, alla varie prelazioni, dal diritto di insistenza a quello di subentro, le concessioni vengono “confermate” quasi sempre agli stessi soggetti (cfr. Cons. Stato Sez. VI, 24-07-2009, n. 4675) che spesso si trasformano da ditte individuali diventano imprese familiari o coniugali ed a volte società di persone che naturalmente possono cedere le quote sociali pur restando lo stesso soggetto giuridico. Ed ancora più facilmente se l’iniziale concessione era stata acquisita da una società di capitale.
In queste “cessioni” poi, l’importo del reale avviamento commerciale non viene determinato dalla capacità dell’azienda di produrre reddito, bensì dalla estensione dell’arenile e dagli immobili esistenti che grazie al diritto di insistenza vengono considerati al pari dell’edilizia convenzionata (concessione novantanovennale del terreno).
In pratica, il diritto di insistenza consente di trasformare una concessione a termine, in una a tempo indeterminato, ultra-vitalizia.

Il comportamento, che può apparire fiscalmente elusivo, viene anche premiato con incentivi fiscali in caso di aggregazione.

Forse, la spiaggia è entrata nella disponibilità del privato diventando di fatto una vera e propria “proprietà privata” cessando quindi, la sua funzione di proprietà pubblica (i beni pubblici sono tutti quei beni appartenenti allo Stato o ad altri Enti pubblici e destinati alla soddisfazione di interessi pubblici).

Il concessionario, come il proprietario, può alienare il bene, cioè può realizzare il valore di scambio che esso ha attraverso una super valutazione dell’avviamento commerciale. Può darlo in locazione, insieme alle attrezzature mobili o immobili insistenti sull’area, maggiorando il canone dell’affitto aziendale. Può cederlo agli eredi con o senza testamento.
Come un qualsiasi altro proprietario di una cosa dovrebbe però rispettare i limiti che la legge stabilisce ed adempiere gli obblighi che la stessa gli impone.

Senza voler entrare nel merito della procedura di infrazione della Commissione Europea che apre le concessioni al libero mercato, la stessa Costituzione italiana (art. 42) stabilisce, non per i beni pubblici, ma per la proprietà privata, che essa deve essere riconosciuta e garantita dalla legge, la quale ne determina i modi di acquisto, di godimento, ma anche i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.

La proprietà privata può essere limitata come la proprietà terriera può essere sottoposta a vincoli o ad obblighi al fine di stabilire degli equi rapporti sociali (art. 44 cost.).
La Costituzione considera anche la relazione che esiste tra i diritti del proprietario e gli interessi che i soggetti non proprietari possono legittimamente avere nei confronti dei medesimi beni.

Come per le concessioni la pretesa non è tutelata incondizionatamente, bensì incontra dei limiti finalizzati al soddisfacimento di interessi pubblici. Anche il diritto di proprietà di un privato si arresta in ragione dell’adempimento di quei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale che sono richiamati in termini generali dall’art. 2 e che l’art. 42 specifica.
La Carta impone al legislatore ordinario di realizzare un’attenta ponderazione tra l’interesse individuale e quello sociale in relazione alle caratteristiche dei beni (sentenza 252/83).

Se quanto premesso ha un minimo di validità, la soluzione al problema posto dai balneatori appare di una logica sorprendente anche se paradossale: come richiesto dai balneatori potrebbe adottarsi la disciplina dell’esproprio per pubblico interesse, prevista per la proprietà privata, e per il quale è atteso un equo indennizzo.
Una norma transitoria potrebbe prevedere che l’indennizzo sborsato dall’Amministrazione possa essere successivamente recuperata dal vincitore della licitazione privata che assegna una nuova concessione che, a questo punto, potrebbe anche essere ventennale.

Ma l’approccio alla tematica non può non tener conto del nuovo concetto di etica pubblica, nella convinzione che il fine di ogni soggetto pubblico, e di ogni agire privato, debba essere il rispetto e lo sviluppo del “bene comune”.
L’interesse ‘privato’ di terzi può, certo, coesistere con l’interesse pubblico, ma non deve essere la finalità prevalente: può essere solo un ‘interesse legittimo’, ‘occasionalmente protetto”.
Questo criterio generale dell’interesse pubblico, come interesse prevalente rispetto agli interessi privati che possono coincidere o confliggere con esso, vale anche – sia pure in misura minore – nei rapporti tra enti e privati, siano essi cittadini o imprese.
Il singolo legittimamente rappresenta e chiede la tutela di specifici interessi, personali, di gruppo; ma non deve farlo senza tener conto dell’interesse generale, non essendo lecito per nessuno considerare la pubblica istituzione come una ‘greppia’ sulla quale gettarsi senza ritegno
”.

Rimborsi delle tasse universitarie per corsi e master

La Regione Abruzzo ha emanato un avviso pubblico per la presentazione delle domande di assegnazione di Voucher per l'Alta Formazione per il rimborso delle tasse di iscrizione e frequenza pagate tra il 01/10/2008 ed il 05/11/2009 da studenti residenti nella Regione Abruzzo. La scadenza è il 28 dicembre 2009.

I percorsi formativi finanziati svolti in Italia riguaradano:
1) Corsi di specializzazione post universitari: organizzati da Università, da Istituzioni pubbliche e private, quest’ultime solo se accreditate per l’alta formazione;
2) Master di II° livello: corsi a carattere di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente, successivi al conseguimento della laurea vecchio ordinamento o specialistica, che rilasciano un titolo di studio accademico definito dal D.M. 270/2004;
3) Corsi di laurea i cui titoli di studio finali sono: laurea magistrale/specialistica, laurea vecchio ordinamento, titolo di studio legalmente equipollente;
4) Master di I° livello: corsi a carattere di perfezionamento scientifico e di alta formazione permanente e ricorrente, successivi al conseguimento della laurea triennale o di titoli di studio legalmente equipollenti o, equiparati come titoli accademici e definiti dal D.M. 270/2004;
5) Corsi di laurea i cui titoli di studio finali sono: laurea, titolo di studio legalmente equipollente.

Per i percorsi formativi svolti all’estero:
1) Master post laurea il cui titolo è stato riconosciuto idoneo in Italia;
2) Corsi di alta professionalizzazione organizzati da Università, Accademie, altre Istituzioni pubbliche e private di alta formazione il cui titolo è stato riconosciuto idoneo in Italia.

venerdì 27 novembre 2009

Il “Chaotics” arriva in Italla



E' stato presentato a Roma l'ultimo libro di Philip Kotler e John A. Caslione sul tema della gestione dei cambiamenti nel nuovo contesto economico “post crisi”.



Chaotics presenta le linee guida per ad aiutare imprese a:
- individuare le fonti di turbolenza;
- prepare preparare gli scenari;
- prevedere le vulnerabilità e le opportunità;
- sviluppare risposte per garantire la resistenza a lungo termine e il successo;
- evitare il rischio e contemporaneamente promuovere gli interessi sociali;
- costruire la flessibilità in bilancio;
- approntare strategie di princing;
- modificare i prodotti per soddisfare i nuovi valori dei clienti.

giovedì 26 novembre 2009

Novità sul comprensorio turistico della Maielletta


Finalmente una lodevole iniziativa presa dalle Province abruzzesi dopo gli improbabili “piani di marketing” della Provincia aquilana e pescarese. Negli ultimi anni non si ricordano impulsi dello stesso genere, se si esclude quella realizzata per l’apertura della Mostra multimediale del Lupo che oggi è chiusa.

Ieri i Presidenti delle Province di Chieti e di Pescara si sono riuniti, in un tavolo di confronto sul bacino sciistico della Majelletta, con i sindaci di Pretoro, Rapino, Roccamontepiano, Serramonacesca, Roccamorice e Lettomanoppello.

L’iniziativa, alla quale si auspica ampio successo, tende ad organizzare l’offerta di un prodotto che, guarda caso, non viene neanche citato nel “Piano di marketing Turistico provinciale Triennale 2008-2010” della Provincia di Pescara.

Come ben sanno i “ragazzi” che seguono questo blog, prima di cercare di “vendere” una destinazione o un prodotto turistico occorre crearlo, confezionarlo scegliendo una politica di princing e, in questo caso, inserirlo sotto il brand “Abruzzo”, realizzare la rete di vendita, dopo aver studiato i mercati ed i target, per poi, iniziare le azioni promozionali istituzionali.

Spesso gli Enti Locali, pur realizzando voluminosi “piani”, si dedicano solo all’ultima fase intraprendendo onerose azioni promozionali, come la partecipazione a fiere estere o campagne pubblicitarie frequentemente sul proprio territorio, che puntano solo a comunicare le risorse culturali ed ambientali non si sa bene a chi.
E il più delle volte trascurano i servizi pubblici elementari per l’accoglienza (parcheggi, bagni, ecc.) e la rete di relazioni-informazioni che reggono una destinazione turistica.

L’iniziativa in argomento si pone invece in una sequenza corretta. Il comprensorio sciistico che ha una unica identità e vocazione, pur essendo di una estensione limitata, abbraccia territori amministrati dalle due Province e da alcuni Comuni. Difficoltà amministrative e localismi hanno sempre frenato la nascita di un sistema turistico con uno skipass unico e un centro di prenotazione.

La speranza è che il tavolo prosegua i lavori e venga frequentato dagli operatori turistici e non.

martedì 24 novembre 2009

Come quantificare il turismo religioso e culturale in Abruzzo?


Secondo i dati elaborati dall’ufficio studi e ricerche dell’Associazione temporanea di scopo, che ha promosso l’ultima edizione del workshop «Culto e cultura» di Lanciano, il turismo religioso e culturale in Abruzzo rappresenta nel 2008, il 4,5% degli arrivi (73.258/1.626.498*100) e il 2,8% delle presenze (209.359/7.560.546*100), determinando una permanenza media di 2,9 giorni (209.359/73.258). Gli stranieri incidono per il 16,4% delle presenze totali.

Se si prova a paragonare i dati pubblicati con le rilevazioni periodiche dell’ISTAT sui turisti italiani, si notano alcune differenze che potrebbero attribuirsi alla media ed al segmento nazionale.
Resta però il fatto che il 10,5% dei connazionali ha effettuato un viaggio per motivi culturali (visita a città o località d’arte) ed in particolare, quelli con motivazioni religiose hanno avuto una permanenza media di soli 2 giorni.

Di conseguenza, il fenomeno italiano sembra diverso da quello abruzzese non solo per la valutazione dei pellegrini che non pernottano (escursionisti), ma soprattutto quando si tenta di stimare il turismo religioso insieme a quello culturale.
Ad esempio, l'ONT nella ricerca "Il Turismo nelle città d'arte. Caratteristiche, tendenze e strategie di sviluppo. Anno 2008" stimando il numero dei pernottamenti di stranieri nelle città d’arte abruzzesi ne conta 444.787 (0,5% dello share nazionale) alla regione per il 2007 (cfr. Capitolo n. 3).

Le percentuali rilevate dall'Associazione "Culto e Cultura" possono essere anche credibili; sono le modalità di elaborazione che però sembrano poco attendibili.

In primis ci si è basati su, non meglio precisate “statistiche ufficiali dell’Aptr”. E’ vero che la rete degli Uffici IAT gestiti dall’Aptr ricevono i mod. C/59 delle strutture ricettive, ma la validazione dei dati raccolti è competenza delle Regioni (SISTAN) e dell’ISTAT. Di conseguenza, sarebbe stato meglio prendere i dati “veramente” ufficiali, senza nulla voler togliere a quelli pubblicizzati dalle Aziende di Promozione Turistica, che a volte possono soffrire di interferenze politiche.

Inoltre, è molto difficile individuare le motivazioni principali di soggiorno basandosi solo sui flussi registrati dall’offerta (mod. C/59). Occorrerebbe almeno una indagine sulle strutture ricettive che determinasse le quote delle diverse ragioni di visita, ma sembra che questo non sia stato fatto.

Ancora più problematico è identificare la tipologia turistica delle diverse località e cioè, riuscire a stabilire per un comune la quota di turismo balneare rispetto a quella del turismo d’affari o ancora, quello natura rispetto a quello culturale ecc.. Invero, l’Istituto Nazionale di Statistica ha stabilito delle modalità di classifica delle località che sono: città di interesse storico e artistico, località montane, lacuali, marine, termali, collinari, religiose, capoluoghi non altrimenti classificati, comuni non altrimenti classificati. Ma per l’Abruzzo, non ha individuato alcuna “Città di interesse storico e artistico”.

Da tempo l’ISTAT con il CISIS cercano di modificare questa vecchia e poco attendibile modalità di classificazione che individua solo la tipologia prevalente non riuscendo a trovare un accordo. Sono stati fatti diversi tentativi e ci si è arenati su una caratterizzazione massima di tre tipologie per località con l’assegnazione di pesi per ognuna (ad esempio, Pescara potrebbe essere classificata con 40% di turismo d’affari e congressuale, 40% balneare e 20% culturale religioso).
Tentativi del genere spesso però risultano velleitari se non supportati da una indagine campionaria o da apposite richieste inserite nel censimento.

L’ultima indagine dell’Osservatorio Turistico Regionale (cfr. pag. 91 e seg. del Rapporto Annuale sul Turismo in Abruzzo – 2003) condotta attraverso 2000 interviste dirette e telefoniche agli italiani nel periodo maggio – settembre del 2003, evidenziava che, la principale motivazione di vacanza per gli italiani che intendevano recarsi in Abruzzo, era quella balneare (26%) seguita da quella invernale con lo scii in primo piano (22%) e da quella naturalistica (18%).
Il turismo religioso non raggiungeva il punto percentuale, mentre quello culturale si attestava al 3%, mentre la percezione dell’Abruzzo come meta culturale veniva segnalata “con maggiore frequenza (oltre il 10%) da chi non ha mai soggiornato in regione, mentre debole appare l’associazione con una possibile motivazione religiosa alla base del viaggio”.

Pur apprezzando il tentativo, si consiglia la realizzazione di indagini campionarie sulla domanda presente in Abruzzo, ripetendola nelle diverse stagioni, per quantificare il fenomeno con un minimo di attendibilità.


giovedì 19 novembre 2009

A gennaio del 2010 il vero sito Italia.it


Al convegno "Da Shelley a Google: due secoli di turismo. Identità geografiche e modelli di sviluppo" tenutosi a San Remo il responsabile del Dipartimento per lo sviluppo e la competitività del Turismo ha annunciato che a gennaio sarà on line la nuova versione di Italia.it che sarà realizzata nell’ottica del web 2 e verrà successivamente implementato.

Intanto, la demo on line non riesce ad essere competitiva con i siti concorrenti della Francia e della Spagna secondo il Traffic Rank di Alexa. Ed anche il sito dell’Enit riesce a superarlo.

venerdì 13 novembre 2009

Aiutiamo la ripresa con le nuove campagne di comunicazione


Senza portafoglio il Ministero del Turismo fa quello che può.
Senza budget adeguati è difficile proporre campagne pubblicitarie all’estero per aumentare i flussi stranieri e migliorare la bilancia dei pagamenti.
Da gennaio ad agosto di quest’anno, la spesa dei viaggiatori stranieri è calata dell’8% (fonte: UIC della Banca d’Italia).
E allora, un accordo con il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria della Presidenza del Consiglio e nasce “Il sorriso dell’accoglienza” la nuova campagna promozionale dell’ospitalità italiana; un accordo con la RAI, e si realizza “Magica Italia, Turismo e Turisti”, una trasmissione in onda su Rai 1 ogni domenica alle 9,30.

La prima iniziativa è un azione di marketing interno con l’obiettivo che “ognuno diventi più consapevole del proprio ruolo 'di rappresentante del territorio', nell’esercizio del proprio lavoro o semplicemente per strada, nel relazionarsi con una persona che non è del luogo, sia essa straniera oppure italiana”.

In effetti dall’indagine “un primo bilancio sulla stagione turistica estiva nelle località leader del turismo italiano” di Unioncamere, gli operatori individuano due fattori che influiranno maggiormente sui flussi turistici: la crisi economica (indicata dal 66% delle strutture) e i disservizi turistici (disagi legati alla mobilità, ai ritardi e disservizi del sistema infrastrutturale, alla carenza di informazioni, assistenza ai turisti, ecc.) quest’ultima particolarmente sentita dagli operatori del Nord Ovest (55%) e del Mezzogiorno (54%).

Di conseguenza, non potendo intervenire sulla prima causa, si prova a correggere la seconda, ma è difficile che con una semplice campagna di sensibilizzazione si possano risolvere i problemi infrastrutturali del Paese ed ottimizzare i servizi al turista.

La seconda azione proposta dal Ministero ha l’obiettivo di “mettere in evidenza le eccellenze turistiche che oggi sono poco conosciute anche dagli stessi italiani” con una trasmissione televisiva che diventa un duplicato di una miriade di altri programmi a cominciare da “Linea blu” a “Turisti per caso” a“Viaggiare” a “Geo & Geo” e poi ci sono i canali dedicati come “MARCOPOLO” o “DISCOVERY TRAVEL & ADVENTURE” o “RAISAT GAMBERO ROSSO” o “NATGEO Adventure”.

Il pensiero circa azioni di marketing per vendere agli italiani l'Italia, sono già state espresse in un precendente post a commento delle richieste di alcune categorie, ultimamente reiterate.

martedì 10 novembre 2009

Pubblicato il n. 1-2 di Turistica


E’ stato pubblicato l’ultimo numero di “Turistica", trimestrale di economia e management, che tra l’altro riporta un articolo sulle “prime valutazioni sull’impatto del sisma sull’economia abruzzese”.

L’articolo, al quale ho collaborato, costruisce il fatturato turistico dell’Abruzzo e il Pil del turismo abruzzese del 2008 per poi, quantificare complessivamente il danno subito, non solo sotto l’aspetto fisico, ma anche di immagine, ed infine, azzarda una prima stima.

sabato 7 novembre 2009

Il Country Brand Index 2009


Nella top ten mondiale del CBI 2009, lo studio sull'immagine di marca dei principali paesi del mondo condotta da FutureBrand e Weber Shandwick, l'Italia perde due posizioni rispetto all'anno scorso, collocandosi al sesto posto.
Al primo si classificano gli Stati Uniti che risalgono due posizioni, seguite dal Canada e dall’Australia, rispettivamente al secondo e terzo posto.
L’indagine che analizza diversi parametri, vede l’Italia superata dalla Francia e dalla Nuova Zelanda perdendo consensi in campi nei quali solitamente eccelle come la cucina (dove viene oltrepassata dalla Francia, scendendo al secondo posto) e la storia (al 5° posto, contro il 2° dell'anno scorso), mentre tiene l'offerta di arte e cultura nella quale siamo ancora primi.

«Il clima turbolento che ha caratterizzato quest'ultimo anno – commenta Susanna Bellandi, amministratore delegato di FutureBrand – non ha certo giovato: gli scandali, i rifiuti, i gossip hanno lasciato il segno. L'impressione è che il paese soffra soprattutto di una stagnazione del pensiero, che investe quasi tutti i settori. È come se vivesse sugli allori del passato, senza mai pensare a rinnovarsi veramente, mentre il resto del mondo viaggia a ben altre velocità. Abbiamo ormai tanti competitor, dobbiamo quindi tornare a pensare e agire per diventare primi».


Nel rapporto c’è pure un cenno alla vicenda del logo dell’Italia: Italy’s design community also rejected a new Italy country logo, which was subsequently dropped by the government.


Il turismo internazionale mostra segnali di ripresa

Il trend negativo che è emerso nel corso della seconda metà del 2008 e si è intensificato nel 2009 ha cominciato a mostrare segni di declino.
Secondo le stime del UNWTO, gli arrivi turistici internazionali sono diminuiti del 7% tra gennaio e agosto 2009, ma negli ultimi mesi il turismo internazionale ha ricominciato a risalire (nel mondo, le destinazioni hanno registrato 600 milioni di arrivi, sui 643 milioni dello stesso periodo del 2008).

Nei primi otto mesi del 2009, i risultati mostrano che gli arrivi turistici internazionali diminuiscono in tutte le regioni, tranne l'Africa, che è in controtendenza.
In Europa il calo stimato è del -8%. Le destinazioni dell'Europa centrale e orientale sono state quelle più colpite, mentre i risultati di tutte le altre sub-regioni sono stati vicino alla media internazionale.

L’ultimo sondaggio rivela, che per i prossimi quattro mesi, le previsioni degli esperti sono per il 42% pessimistiche, per il 30%, sono rimaste invariate, e per il 28% sono "meglio" o "molto meglio". Nel precedente sondaggio i pessimisti erano il 62%.

Come nelle crisi precedenti, le entrate del turismo hanno sofferto un po’ più degli arrivi. I consumatori tendono a comprare meno, a rimanere vicino a casa ed a ridurre il periodo di permanenza. Secondo le stime, le entrate del turismo internazionale sarebbero diminuite in termini reali, dal 9 al 10% nel primo semestre del 2009, circa 1 o 2 punti percentuali in meno rispetto alla arrivi internazionali in questo periodo (-8%).

giovedì 5 novembre 2009

Il canone RAI per i Bed e Breakfast

Mi è stato chiesto, dal Presidente di una Associazione di B&B abruzzesi, se è dovuto il canone RAI in caso di mancaza dell'antenna o di utilizzo dell'apparecchio e se si è tenuti a versare il canone normale o quello speciale.
La questione posta si sostanzia in due quesiti:
- il primo, riguarda l’assogettabilità dei B&B al pagamento del canone RAI speciale;
- il secondo, concerne la possibilità di non pagare il canone ordinario o speciale che sia, se l’immobile è privo di antenna per ricevere il segnale radiovisivo o l’apparecchio è talmente obsoleto che non viene più utilizzato.
Nel premettere che i quesiti non sono di competenza regionale, ma statale, l’obbligazione in argomento non deriva da un contratto di somministrazione, ma dalla semplice detenzione di un apparecchio atto o adattabile alla ricezione e nasce per una imposizione della normativa statale. Anche se impropriamente essa viene denominata “canone”, si tratta di una vera e propria imposta di possesso, non legata ad una determinata prestazione di un servizio da parte di un soggetto pubblico.
Il tributo è nominale, è cioè l’obbligo è attribuito al detentore dell’apparato e ne sono soggetti anche gli stranieri compresi i turisti.
Il R.D.L.21/02/1938 n. 246 (convertito in L. 4 giugno 1938, n. 880) istitutivo dell’imposta, al primo articolo “Dell’abbonamento alle radioaudizioni”, così recita:
Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento”.

Anche se l’Agenzia delle Entrate le definisce tasse sulle radiodiffusioni , la sua qualificazione giuridica è stata sancita definitivamente dalla Corte costituzionale, nella sentenza del 26 giugno 2002, n. 284, con la quale riconobbe che, "benché all’origine apparisse configurato come corrispettivo dovuto dagli utenti del servizio [...] ha da tempo assunto, nella legislazione, natura di prestazione tributaria, fondata sulla legge [...] E se in un primo tempo sembrava prevalere la configurazione del canone come "tassa", collegata alla fruizione del servizio, in seguito lo si è piuttosto riconosciuto come imposta".

Inoltre, le entrate derivanti dall’imposta sono riscosse dallo Stato anche se sono direttamente devolute alla RAI - Radiotelevisione Italiana S.p.A., una società (in precedenza Ente) di proprietà pubblica. Di conseguenza, la Struttura competente a dirimere la questione è l’Agenzia delle Entrate che può essere formalmente interessata mediante l’istituto dell’interpello.

Quando vi sono "obiettive condizioni di incertezza" nella normativa, il contribuente può rivolgere un quesito all'amministrazione finanziaria, che è tenuta a rispondere entro 120 giorni altrimenti si applica la regola del "silenzio-assenso".
E’ pur vero però che, interpellata sulla tipologia di apparecchi che rientrano nella previsione normativa, l'Agenzia delle Entrate ha risposto che la determinazione degli oggetti interessati dalla norma "esula dalla competenza istituzionale" della medesima, spettando invece al Ministero delle Comunicazioni.
Si crede comunque che la dichiarazione abbia motivazioni in ordine alle conoscenze tecniche e non sulla competenza normativa.

Nel porre l’interpello, circa il pagamento del canone RAI speciale e non di quello ordinario da parte dei titolari di B&B, si consiglia di far leva sul carattere familiare dell’attività sancito negli articoli nn. 1 e 2 della L.R. n. 78/00.
Infatti, il canone: per uso ordinario, è dovuto da chi possiede o detiene apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radio televisive in ambito familiare, mentre quello speciale, è dovuto da chi possiede o detiene uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle trasmissioni radiotelevisive in locali aperti al pubblico o comunque al di fuori dall'ambito familiare (D.L. Lt. 21/12/1944 n. 458).

Si potrebbe proporre la similitudine del turista ospitato con un parente in visita che usufruisce dello stesso apparecchio.

Poiché l’attività di B&B è svolta in ambito familiare, “avvalendosi della normale organizzazione familiare”, dovrebbe applicarsi il canone ordinario, ma sovviene però la circostanza dell’impiego a scopo di lucro diretto o indiretto.

La normativa sulla seconda tipologia di abbonamento (quella speciale) riguarda gli apparecchi usati nell'esercizio di un'attività commerciale e/o a scopo di lucro diretto o indiretto (abbonamento speciale, deducibile dal reddito d'impresa), che prevede diverse tabelle di costi e modalità di applicazione.

Se sicuramente può essere esclusa, per i B&B, l’applicazione della tariffa speciale quando ci si riferisce all’esercizio di una attività commerciale, altrettanto non può dirsi quando la congiunzione “o”, tendendo ad indicare “oppure” barrata con la “e”, stabilisce una nuova casistica e cioè quella di utilizzo dell’apparecchio “a scopo di lucro diretto o indiretto”.

Contrariamente ad una attività commerciale, l’esercizio di un B&B prevede una attività saltuaria di alloggio e prima colazione ed è, per definizione, una attività occasionale, non esercitabile come professione abituale, che viene svolta avvalendosi esclusivamente della normale organizzazione familiare (art 2, secondo comma L.R. 78/00).
Non si può negare però che, la televisione in camera o ubicata in una apposita stanza, se regolarmente funzionante, crei un valore aggiuntivo al soggiorno e quindi, sia in grado di realizzare un lucro diretto: una tariffa più elevata; ovvero indiretto se, ad esempio, ne viene solo comunicata l’esistenza a fini promozionali.
Di conseguenza, nel formulare l’interpello occorrerà soprattutto fornire una adeguata motivazione circa l’inesistenza di questo cosiddetto lucro diretto o indiretto e ci si potrà battere, con più successo, per l’apparecchio ubicato in stanze comuni alla famiglia ed ai turisti, rispetto a quelli sistemati nella singola camera autorizzata per l’ospitalità.

Dovrebbe però essere acquisito, che qualora vada applicato il canone speciale, esso concorra alla formazione del reddito e quindi, essere fiscalmente deducibile per intero poiché vincolato al singolo apparecchio.

In caso di possesso di un unico apparecchio, la tariffa da applicare sembra sia la E) che riguarda le “strutture ricettive (intese come Alberghi, Motels, Villaggi-albergo, Residenze turistico-alberghiere, ecc. - DPCM 13/09/2002) di cui alle lettere A), B), C) e D) con un numero di televisori non superiore ad uno; circoli ; associazioni; sedi di partiti politici; istituti religiosi; studi professionali; botteghe; negozi e assimilati; mense aziendali; scuole, istituti scolastici non esenti dal canone ai sensi della legge 2 dicembre 1951, n 1571, come modificata dalla legge del 28 dicembre 1989, n. 421”.

Buone le premesse per la stagione invernale


Secondo l'osservatorio Findomestic la fiducia degli italiani torna a calare nel mese di ottobre seguendo le orme dell'autunno 2007, ma il turismo resiste, in controtendenza rispetto ad altri settori. I dati sulle previsioni di acquisto a tre mesi di viaggi e vacanze raggiunge un valore percentuale (29,0%) assolutamente in linea con quelli registrati nello stesso periodo degli anni precedenti (26,1% ottobre 2008 e 28,8% ottobre 2007).

venerdì 30 ottobre 2009

Al 7% l'IVA tedesca sui servizi alberghieri

Sembra che in Germania, dal 1° gennaio 2010, l'Iva per gli alberghi venga ridotta dall’attuale 19% al 7%. Lo riferisce Federalberghi in un comunicato stampa.