Ieri in una conferenza stampa il Presidente del Consiglio, presente anche il Ministro del Turismo, ha annunciato che l’azione di Governo punta a “cambiare musica” con l’obiettivo di “portare il turismo al 20% del nostro PIL”.
L’intenzione è apprezzabile anche in considerazione di tutte le parole e gli scritti che da qualche anno riempiono i media, la stampa professionale e le varie pubblicazioni circa l’importanza economica del turismo e le sue funzioni di “moltiplicatore” dell’economia reale.
Il proposito risulta ancora più encomiabile in un periodo congiunturale sfavorevole ed entusiasmano le parole del Premier se si ascolta la prima parte della conferenza.
E’ la presentazione del Ministro del Turismo che fila bene fino a quando non scopre il novo logo del turismo italiano ed inizia a descrivere le iniziative, a dire il vero alcune sicuramente positive; come la sinergia realizzata con Alitalia e Trenitalia, ma anche in questo caso siamo ancora lontani da pianificate azioni di co-marketing.
E ci si ferma qui, si potrebbe discutere sulla mancata esposizione degli obiettivi specifici della campagna promozionale, sulla mancanza di un piano mezzi e di un budget definito, sulle modalità di realizzazione del nuovo sito Italia.it, sull’ultimo lungo spot presentato, sembra solo per il prodotto culturale italiano, dimenticando la spiagga, lo sci, la montagna attiva, il divertimento, ecc.; comunque, per non influenzare nessuno si invita ad ascoltare attentamente la conferenza stampa e poi, andarsi a rivedere le slide sul brand e sulle politiche di branding proposte a lezione.
Se non le avete più, potete consultare Wikipedia e le slide del Prof. Tonino Pencarelli, Daniela Betti e Fabio Forlani dell’Università di Urbino.
Infine, si consiglia di fare un minimo di benchmarking e confrontare l’azione di una nazione che da poco è entrata nel mercato turistico: la Romania.
L’intenzione è apprezzabile anche in considerazione di tutte le parole e gli scritti che da qualche anno riempiono i media, la stampa professionale e le varie pubblicazioni circa l’importanza economica del turismo e le sue funzioni di “moltiplicatore” dell’economia reale.
Il proposito risulta ancora più encomiabile in un periodo congiunturale sfavorevole ed entusiasmano le parole del Premier se si ascolta la prima parte della conferenza.
E’ la presentazione del Ministro del Turismo che fila bene fino a quando non scopre il novo logo del turismo italiano ed inizia a descrivere le iniziative, a dire il vero alcune sicuramente positive; come la sinergia realizzata con Alitalia e Trenitalia, ma anche in questo caso siamo ancora lontani da pianificate azioni di co-marketing.
E ci si ferma qui, si potrebbe discutere sulla mancata esposizione degli obiettivi specifici della campagna promozionale, sulla mancanza di un piano mezzi e di un budget definito, sulle modalità di realizzazione del nuovo sito Italia.it, sull’ultimo lungo spot presentato, sembra solo per il prodotto culturale italiano, dimenticando la spiagga, lo sci, la montagna attiva, il divertimento, ecc.; comunque, per non influenzare nessuno si invita ad ascoltare attentamente la conferenza stampa e poi, andarsi a rivedere le slide sul brand e sulle politiche di branding proposte a lezione.
Se non le avete più, potete consultare Wikipedia e le slide del Prof. Tonino Pencarelli, Daniela Betti e Fabio Forlani dell’Università di Urbino.
Infine, si consiglia di fare un minimo di benchmarking e confrontare l’azione di una nazione che da poco è entrata nel mercato turistico: la Romania.
A questo punto siete in grado di valutare i comportamenti e le scelte e, dopo un minimo di riflessione che è sempre dovuta, verificate l'attendibilità di queste ultime considerzioni.
Sembra che in Italia manchino le professionalità o, se ci sono, non vengano utilizzate. Sembra che le azioni siano più "viscerali" che frutto di una attenta pianificazione (piano di marketing). Forse il problema non è tanto nella classe politica. Sia in questa legislatura che in quella precedente, la “politica” è riuscita ad individuare fisiologicamente i problemi (promozione, brand, presenza in rete, ecc.) ed anche a trovare le risorse finanziarie (cfr. i 100 milioni di Stanca per il portale), ma quando si tratta di dare soluzione ad essi intervengono altri policy maker che spesso sciupano le buone intenzioni.
Come per il caso del “cetriolone” speriamo sempre in un ripensamento sul logo, anche se si deve riconoscere che gli spot per l’Abruzzo sono migliori di quello per l’Italia ed anche declinati, se si vuole, per prodotti, ma sempre a proposito di marchi, quello dell’Abruzzo riportato negli spot non è quello turistico ufficiale e registrato (in BURA n. 52 del 10.09.2008).